(...) perché cera, a loro dire, «uno schifo pazzesco». E dove assicuravano di volersi solo «incontrare» per «stare insieme e divertirsi», ma anche per raccogliere, grazie a unofferta libera allingresso, il denaro necessario a finanziare un corteo per il prossimo 24 maggio e dar sfogo alla creatività e al colore con i murales dipinti, su quegli immensi muri grigi, da writers di livello come Bros, Arnold e Osmo. Che carini: i ragazzi dellAsso si erano persino premurati di avvertire i residenti mettendo i volantini nelle cassette delle lettere dei residenti per «spiegare l'iniziativa».
Tuttavia, il giorno dopo, a rave party finito, i residenti si sono lamentati con le forze dellordine. Che sono andate a fare un sopralluogo in quello spazio ormai vuoto. Scoprendo che, allo «schifo pazzesco», ne era subentrato un altro. Sui quattro muri dellex rimessa per autobus, infatti, campeggiavano scritte come: «Ogni sbirro è bastardo». E altre, molto più dure, come «Più sbirri morti» o «I love sbirri morti». E la firma è sempre la stessa: Acab. Nemmeno le forze dellordine saspettavano, forse, di trovare uno spettacolo simile. Ora si teme sia il preludio per azioni di violenza, magari in occasione dei prossimi cortei organizzati per il 25 aprile e 1° maggio. Specie alla luce degli ultimi risultati elettorali, con la sinistra radicale esclusa dalla rappresentanza nelle istituzioni democratiche e probabilmente in cerca di «rivincita».
Acab è lacronimo di All cops are bastard (in italiano «Tutti i poliziotti sono bastardi»), balzato di recente allattenzione dei mass media del nostro Paese in seguito ai drammatici fatti avvenuti dopo la partita di campionato Catania-Palermo del 2 febbraio 2007, in cui ha trovato la morte lispettore capo della Polizia di Stato Filippo Raciti.
In conseguenza di tali fatti e delle decisioni prese dagli organi sportivi e politici, la rabbia delle frange estreme delle tifoserie si è espressa anche attraverso la proliferazione di queste scritte: «10 100 1000 Raciti», «Più sassi sulla polizia» e altri deliri del genere. Opera di quei personaggi che laltra notte a Milano hanno fatto di quello che doveva essere uno «spazio liberato», uno spazio invece incatenato allodio ideologico.
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