I volti sono quelli che hanno fatto la storia del Novecento, in primo piano il viso, gli occhi e quelle espressioni caratteristiche dei miti del nostro secolo. Sono le opere di Barbara Nahmad, ritratti iperrealistici e monocromatici, a cui si aggiunge quel tocco "pop" che ritroviamo nei colori brillanti dei suoi sfondi. L'artista, milanese di nascita, è in questo momento contemporaneamente in mostra con la personale «Canto general», sia a Milano che a Roma, presso la Galleria Ermanno Tedeschi, dove resterà fino al 28 Ottobre.
Da Marilyn Monroe a Che Guevara a Madre Teresa, ritratti come su una copertina di Vogue, le icone della nostra epoca sono riportate in vita dalle pennellate della Nahmad con un punto di vista a volte unico e celebrativo, altre volte trasversale e provocatorio. Il corpo volutamente eliso e il primo piano sul volto in bianco e nero è una ricerca verso il segreto dell'identità di ciascun soggetto, come lei stessa ha sostenuto, che convive con l'intenzionale riconoscibilità dell'icona che dipinge: «Mi interessa, anzi è fondamentale, la riconoscibilità del personaggio, per rendere più facile la concentrazione dello sguardo sulla pittura, intesa come presenza, soggetto, attualità in grado di inglobare, pur non rinunciando alla "tradizione", i nuovi media tecnologici, che di fatto sembrano essere la nostra realtà». Utilizzare i media come punto di partenza è quindi per lei una sorta di restituzione della gloria, ma senza il filtro del tempo che trasforma e distrugge. Su questo scrive Vittoria Coen, commentando: «Quasi tutte queste stelle sono cadute, ognuna di esse ha avuto il suo transito. Ma qui esse rivivono, l'artista soffia via la polvere dai destini spesso tragici che le hanno travolte. Un atto di grande civiltà, che dà spazio, appunto, ad ognuno, col suo singolo sogno distintivo, perchè di ognuno è stata fatta salva l'identità, e filtri e mediazioni non hanno affatto sbiadito la verità».
Dallo spettacolo alla politica, dalla religione al giornalismo, le scelte di Barbara Nahmad investono l'intero mondo passando da Martin Luther King a Papa Giovanni Paolo II, dai nostri PierPaolo Pasolini, Alberto Sordi e Sofia Loren, al grande giornalista Indro Montanelli, protagonista con Bettino Craxi e Enrico Cuccia, del trittico ispirato alla città di Milano.
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