Cronaca locale

La nuova scuola: iscrizioni in vista, con un dubbio

Le scuole si preparano a raccogliere le domande di iscrizione al prossimo anno scolastico. La scadenza è fissata per il prossimo 28 febbraio, ma ancora mancano indicazioni certe su quel che succederà in seguito al varo della cosiddetta riforma Gelmini. Questo almeno per la scuola di base, perché la riforma delle superiori slitta al prossimo anno. Il governo ha già varato il regolamento attuativo della riforma, ma prima che venga pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dovrà passare ancora al vaglio del Consiglio di Stato. Sta di fatto che le scuole sono ancora in attesa di disposizioni più precise, ma già devono rispondere alla richiesta di informazione delle famiglie.
Che cosa si può dire in questa fase? «Che ci sono quattro modelli orari – spiega Loredana Leoni, responsabile regionale dell’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) – previsti su 24 ore settimanali, 27, 30 e 40. Quest’ultimo modello dovrebbe salvaguardare almeno in parte il tempo pieno che nella nostra città attualmente coinvolge intorno al 95 per cento delle classi».
Il testo del regolamento prevede tuttavia l’abolizione delle compresenze, vale a dire il fatto che per quattro ore la settimana nella stessa classe a tempo pieno siano presenti contemporaneamente due insegnanti. Una risorsa prevista per organizzare laboratori didattici di varia natura per rispondere alle esigenze specifiche della classe.
L’abolizione delle compresenze ha già sollevato molte polemiche: Retescuole, un’organizzazione da anni impegnata nella difesa del modello milanese del tempo pieno, ha già preannunciato che organizzerà fuori dalle scuole delle segreterie per raccogliere le domande di iscrizione secondo il modello attualmente in vigore, compresenze comprese.
Ma i dirigenti scolastici devono attenersi alle norme in vigore oggi, quindi devono offrire tutte e quattro i modelli orari previsti dalla Gelmini. «Non possiamo fare altrimenti – continua Loredana Leoni –, anche se le famiglie devono sapere, ad esempio, che solo attraverso la scelta delle 40 ore potranno assicurarsi la mensa.

Per gli altri modelli no, alle scuole verranno dati insegnanti solo per le lezioni, e se si deve tornare al pomeriggio una o due volte la settimana sarà necessario che le famiglie provvedano a riportarsi a casa i figli per il pranzo».

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