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La nuova sfida del Pdl: tutti uniti per arrivare primi a Palazzo Tursi

(...) «La sfida per Genova - è spiegato in un comunicato dal titolo significativo considerati i difficili equilibri interni: Il Pdl coniuga esperienza e rinnovamento - passa attraverso un centrodestra coeso e responsabile che, per la prima volta, viste le difficoltà in cui versa la sinistra, può aspirare al governo della città». In realtà, la condivisione raggiunta nei giorni scorsi sui nomi di Barci e Oppicelli è il risultato di un’opera di avvicinamento condotta dietro le quinte, in maniera discreta, ma anche risoluta, da parte di due anime del partito che si riconoscono rispettivamente l’una nell’onorevole Sandro Biasotti, nel senatore Luigi Grillo e nell’onorevole Eugenio Minasso, l’altra nel tandem Roberto Cassinelli deputato-Matteo Rosso consigliere regionale, con l’adesione di Gianni Plinio, responsabile Pdl ligure per la Sicurezza. Il tutto - ed è la prima volta nella storia recente del Pdl - al di là (al di fuori?) della regia del leader riconosciuto del partito in Liguria. Che era l’ex ministro, onorevole Claudio Scajola.
Ne dà in qualche modo riscontro anche lo stesso comunicato emesso ieri dal Pdl genovese, pur senza fare riferimenti espliciti a Scajola: «La composizione dell’unità - si ribadisce - è la dimostrazione che anche pensieri e personalità talvolta differenti possono saldarsi convintamente. L’indicazione del dottor Barci e dell’avvocato Oppicelli è specchio della sintonia raggiunta e mai messa in discussione all’interno del Popolo della libertà. L’appuntamento è quello delle elezioni amministrative - si legge ancora -. Se il Congresso approverà questa linea unitaria, la nuova dirigenza avrà tutta l’autorevolezza necessaria per indicare un candidato sindaco e una lista di candidati consiglieri che potranno contare su tutte le risorse umane e culturali del Popolo della libertà genovese». Baci e abbracci anche a livello provinciale, con la designazione a coordinatore di Gino Garibaldi, attuale consigliere regionale, e a vicecoordinatore di Giuseppe Rotunno, capogruppo a Palazzo Spinola (e «minassiano»).
Il gusto diffuso di melassa è solo lievemente temperato dall’amaro infuso da alcune componenti giovanili del del partito i quali, all’insegna del grido «Formattiamo il Pdl», lamentano il fatto che «a pochi giorni dallo svolgimento dei congressi, gli iscritti non hanno ancora ricevuto alcuna convocazione ufficiale, né cartacea, né telematica». Da qui, la protesta in nome del «vero ricambio generazionale e della militanza, al posto del clientelismo».

C’è da scommettere che la voce di giovani si farà sentire al congresso, anche se probabilmente non forte e chiara abbastanza da sovrastare le voci del «patto della melassa». Che non gridano, ma - dalla stanza dei bottoni - eccome si fanno sentire!

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