C'è lo zampino dell'Ia (e Google) in due dei Nobel per la chimica

Premiati Baker, Hassabis e Jumper, "esploratori" delle proteine grazie anche al sistema AlphaFold

C'è lo zampino dell'Ia (e Google) in due dei Nobel per la chimica
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Grazie a David Baker, Demis Hassabis, John M. Jumper, e anche un po' all'Intelligenza Artificiale, le proteine sono meno oscure. Ieri il premio Nobel per la chimica, accompagnato da un assegno di 967mila euro è andato a loro. «Per comprendere come funziona la vita dobbiamo comprendere le proteine», ha spiegato il Comitato di Stoccolma.

David Baker, americano di 62 anni dell'Università di Seattle, è stato premiato per aver compreso per primo come studiare la struttura delle proteine e su questa base come progettarne di nuove, utili per ottenere farmaci, vaccini, nanomateriali o sensori. Baker è riuscito in una impresa che sembrava impossibile: creare nuovi tipi di proteine da zero. Nel 2003 presenta la Top7, una proteina che non esisteva in natura. È l'anno della sua consacrazione.

Un Nobel diviso e condiviso con gli altri due, l'americano John M. Jumper di soli 39 anni, giovanissimo tra i premiati, ricercatore di fisica e matematica appassionato alle simulazioni al computer delle proteine e il britannico Denis Hassabis, di 48 anni inventore dell'AlphaFold colleghi alla Google Deep Mind di Londra. E qui entra in gioco l'Intelligenza artificiale unita all'intelligenza umana. Jumper è nel gruppo di lavoro di AlphaFold e in passato ha già sviluppato sistemi per rendere più efficienti i programmi di calcoli. Propone di utilizzare qualcosa di simile a Hassabis. Nasce così AlphaFold2. È la svolta. Il loro modello si rivela capace di vedere la struttura di oltre 200 milioni di proteine, praticamente tutte quelle note nel regno della vita. Ancora meglio: è una sorta di catalogo. Una vera e propria rivoluzione, un sistema pionieristico e per di più libero e accessibile che ha permesso a oltre due milioni di ricercatori disseminati in 190 Paesi, di studiare la struttura delle proteine, risolvendo così un problema che durava da 50 anni. Uno strumento in grado di accorciare i tempi di ricerche come quelle sulla resistenza degli antibiotici o la progettazione di enzimi capaci di decomporre la plastica. «Le proteine, hanno spiegato dal comitato, formano la cassetta degli attrezzi della vita.

David Baker è riuscito nel compito quasi impossibile di assemblare famiglie nuove di proteine. Hassabis e Jumper hanno sviluppato un modello di intelligenza artificiale per risolvere un problema vecchio mezzo secolo: prevedere le strutture complesse delle proteine».

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