Dalla Cina arrivano le partite di calcio tra robot

Prima partita tra costrutti umanoidi dotati di intelligenza artificiale: tre contro tre, i finti giocatori inciampavano, si spegnevano e restavano a terra. Sembrava un match da comparse di un cinepanettone

Dalla Cina arrivano le partite di calcio tra robot
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A Pechino (e dove sennò?) sabato scorso si è giocata una partita di calcio tra robot umanoidi. Sei robot, tre contro tre, tutti autonomi, ognuno dotato di intelligenza artificiale, e la cosa più incredibile è che non era nemmeno una simulazione, era tutto vero e tutto tragicomico: finti giocatori veri, che inciampavano, si spingevano, cadevano e restavano lì, a terra, come Fantozzi dopo uno scivolone in sala mensa, con l’unica differenza che Fantozzi almeno aveva un senso, cioè la disperazione, questi no, dovevano essere una grande dimostrazione tecnologica.

A vincere, se così si può dire, è stato il team dell’università di Tsinghua, 5 a 3, e non si capisce se abbiano vinto perché programmati meglio o semplicemente perché hanno perso meno pezzi lungo il tragitto. Alcuni robot si sono autodistrutti contro gli altri, uno si è seduto da solo a centrocampo come se avesse deciso che la vita non aveva più senso, sembrava una partita giocata tra comparse ubriache di un cinepanettone.

Molti dicono: wow, che progresso. Abbiamo visto la stessa cosa? Io li ho visti e mi sono immaginato un campetto di periferia alle sei di sera dove giocano tre vecchi con la sciatica, tutti con scarpe inadatte, pettorine mezze strappate e nessuno che riesce a fare un passaggio dritto. Solo che lì almeno c’è qualcuno che prova vergogna, o qualcuno che prova la disperazione e l’ostinazione di voler essere ancora giovane, i robot no, i robot, nuovissimi, cadono e restano lì, immobili, come se il loro protocollo non avesse previsto il fallimento (infatti non l’ha previsto).

Questa, ragazzi, sarebbe l’anteprima dei World Humanoid Robot Games. A me ha fatto pensare a un torneo globale tra frigoriferi ambulanti che fanno autogol. (Che poi, va detto: io che odio il calcio, io che proprio lo detesto per conto mio, che non riesco nemmeno a fingere interesse durante i Mondiali, devo dire che questa partita mi è sembrata comunque più divertente del calcio vero. Slmeno qui si ride. Non c’è nulla da tifare, meglio, siccome odio anche il tifo, tranne quello che ho per Sinner, e però anche lì vai a spiegare che del tennis non me ne frega assolutamente niente, sono sinnerista e basta).

Comunque: magari un giorno questi robot impareranno a correre, dribblare, segnare (è il massimo del mio vocabolario calcistico, e su dribblare non sono ancora sicuro di aver capito né mi ingegno per capirlo), tuttavia, come ha detto anche Bill Gates, anche se arrivassimo a robot capaci di giocare perfettamente a tennis o a calcio, non interesserebbe a nessuno. Perché gli umani vogliono vedere altri umani. Con le ginocchia sbucciate, i crampi, le esultanze isteriche, le lacrime, gli sputi, la competizione atletica, fisica, mentale, tra nostri simili.

Infine, diciamolo: non ci sarà mai un effetto Kasparov nello sport. Nessuno si alzerà sconvolto da una panchina dopo essere stato battuto da un robot con il piede di latta. Gli scacchi li puoi giocare da fermo, col cervello. Il calcio, il tennis, il basket, no. Tra l’altro proprio l’effetto Kasparov è la riprova di quanto ha detto il mio amato Bill: una volta stabilito che un computer può battere il campione del mondo umano a scacchi, finita lì, non ci sono stati tornei tra computer. In ogni caso con il calcio siamo ancora lontani, i calciatori robot cinesi al massimo vanno bene per Paperissima.

In ogni caso, a ripensarci, non è neppure colpa dei robot, la colpa e dei progettisti. Nella nostra immaginazione ci sono droidi molto sofisticati che farebbero la stessa figura. Insomma, ve li immaginate C-3PO e C1-P8 giocare a calcio?

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