da Roma
Cinque saggi nominati ad hoc per aiutare a individuare i sedici nomi «giusti», ma lultima parola spetterà al sesto saggio. Cioè lui, Piero Marrazzo. Il balletto in corso per la nomina dei nuovi direttori generali delle Asl agita nuovamente le acque allinterno della maggioranza che sostiene il neo presidente della Regione Lazio. Che, dopo aver defenestrato i «vecchi» dirigenti, sarà costretto a pagare un doppio stipendio, ai manager di nuova nomina e a quelli silurati. Non è però solo lennesima polemica sugli sprechi della giunta regionale dellex telegiornalista a seminare malumore, ma in questo caso anche le modalità di scelta delle future nomine per i vertici della Asl.
Lassessore diessino alla Sanità di Marrazzo, Augusto Battaglia, aveva definito un compito arduo lestrapolazione dei nomi «giusti» dalla rosa dei 416 candidati possibili, accennando a pressioni politiche. Pressioni e suggerimenti che, stando a quanto scritto due giorni fa dal quotidiano lUnità, avrebbero visto anche il contributo dei Democratici di sinistra.
Ma proprio il partito dellassessore regionale, ieri, ha voluto prendere le distanze dalla roulette dei papabili, chiamandosi fuori dai giochi e avvertendo di voler attendere il battesimo dei nuovi manager per esprimere un giudizio. «In riferimento a quanto riportato dallUnità di domenica 31 luglio sulle nomine dei direttori generali delle Asl - ha scritto in una nota il segretario della Federazione romana della Quercia, Esterino Montino - intendo precisare nel modo più categorico che i Ds romani non hanno mai contribuito né partecipato ad alcuna delle scelte riportate dal giornale.
Commenti
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.