Vogliono manifestare pacificamente e parlare di università, ma poi non fanno altro che spaccare le vetrine del quotidiano Il Secolo XIX, del sindacato Cisl-Adiconsum, dei negozi addobbati per il bianco Natale. Rovesciano cassonetti dell'immondizia, insultano e si scontrano duramente con poliziotti e carabinieri, imbrattano i muri del centro città e di Palazzo Tursi, intimidiscono vecchiette e bimbi alle bancarelle, lanciano fumogeni, bloccano il traffico già ingolfato da una giornata piovosa. Gli slogan anti riforma sono pochi. Gli striscioni radical-chic pure. Le urla al megafono sembrano le stesse del G8 e le scritte lasciate sulle vetrine risultano inequivocabili: «Sbirri infami assassini».
Ieri il corteo rosa e fiori degli «studenti medi e universitari» genovesi ha funzionato così. È l'ennesima «liberalizzazione» dell'uso violento della piazza. Anche contro la libertà di stampa e perciò la redazione genovese de Il Giornale esprima la massima solidarietà ai colleghi e al personale del quotidiano di piazza Piccapietra. Una solidarietà e una condanna della violenza che finalmente inizia ora ad arrivare anche dal mondo politico. Persino da sinistra (Claudio Burlando, Giorgio Guerello e Rosario Monteleone hanno battuto un colpo).
Tutto comincia intorno alle 16.
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