Nuovo attacco a Equitalia: gli hacker mandano ko il sito

Assalto in rete. La pagina web fuori uso per 24 ore

Nuovo attacco a Equitalia: gli hacker mandano ko il sito

Non c’è pace per Equitalia. Minacce, pacchi bomba, manichini impiccati sui cavalcavia, striscioni con insulti e ora arriva anche l’offensiva degli hacker che mandano in tilt il sito dell’agenzia per ventiquattro ore. Equitalia trasformata in un simbolo, come se fosse il volto di uno Stato esoso o l’esattore che ti bussa a casa per reclamare la sua fetta di tasse. Non c’è dubbio che il lavoro di Equitalia non sia facile.

Non lo è da nessuna parte del mondo. La società che per mestiere riscuote i tributi in tutto il territorio nazionale, tranne che in Sicilia dove se ne occupa la Riscossioni Sicilia Spa, non riceve sorrisi. Ma le bombe e gli attacchi non arrivano dagli evasori o da cittadini stanchi di pagare. I nemici di Equitalia si muovono per ragioni ideologiche.

L’attacco degli hacker è solo l’ultimo episodio e lascia un segno abbastanza chiaro di chi siano gli autori. A dicembre un pacco arriva in via Andrea Millevoi, al numero 10, verso le 12 e trenta. Sulla busta c’è un nome: Marco Cuccagna. La busta è per lui ed è il direttore generale di Equitalia. Appena prova ad aprire c’è l’esplosione. Una falange del dito mozzata, lievi ferite al volto e una scrivania di vetro che va in frantumi. È un attentato. Ma chi è il mittente? Il gruppo Fai, federazione anarchica informale, la stessa che qualche giorno prima aveva inviato un pacco esplosivo al presidente della Deutsche Bank, Josef Ackermann. Questo gruppo eversivo non riconosce alcun potere e nessuna burocrazia. Sono contro l’Europa, contro il centralismo dello Stato, contro il modo in cui i governi stanno gestendo la crisi economica.

Quello che ora bisogna capire è il blocco della rete informatica è sempre del Fai o di altri gruppi. La rabbia ideologica infatti non arriva da una sola parte. La prova è quello che è successo ieri a Trieste. Sette manichini impiccati che spuntano in varie parti della città. Non è una mostra. Non è un’installazione. Sui manichini c’è un messaggio: contro Equitalia. Chi sono gli autori? Anche questa volta c’è una rivendicazione. È di un gruppo di lotta studentesco che fa capo a Forza Nuova. Non anarchici, quindi, ma militanti della destra estrema.

Le accuse sono più o meno le stesse. L’apparato ideologico è chiaramente diverso.

Equitalia si ritrova nel mirino anche a Genova, in via Cantore, vicino al comune. È qui che l’altra notte è stato trovato uno striscione. Queste le parole: «Equitalia usurai, il tuo lavoro i nostri guai». La firma? Il Collettivo autonomo portuali con una stella a cinque punte.

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