Politica

Un nuovo business negli Usa: boom del settore della sicurezza

Si va dai software per monitorare internet a rilevatori di droghe ed esplosivi. Il 7 luglio alcune aziende della «Homeland Security» hanno guadagnato il 20% in Borsa

Lavinia Borea

Il 4 luglio, in occasione dell’Independence Day, Jay Palmer del settimanale finanziario americano Barron’s affermava: «Nessuno può prevedere come i terroristi colpiranno gli Usa la prossima volta, né dove o quando questo avverrà, né ad opera di chi. Ma una cosa è certa: presto o tardi accadrà». Palmer suggeriva di investire in società attive nel settore della Homeland Security, la Sicurezza del Territorio. Lo scorso 7 luglio alcuni dei titoli indicati hanno guadagnato, in poche ore, il 20 per cento.
Dal fatidico 9/11 ogni anno si spendono circa 150 miliardi di dollari, (il 50 per cento negli Usa), in misure antiterrorismo, spese militari escluse. Il settore della Homeland Security è vario, composto da aziende di piccole-medie dimensioni in grado di offrire prodotti e sistemi che integrano tecnologie complesse.
Gli eventi degli ultimi anni hanno fatto esplodere i fatturati e le operazioni straordinarie del settore. Secondo la Security Industry Association, tra il 2000 e il 2005 il controvalore della raccolta azionaria e obbligazionaria (intorno ai 12,5 miliardi di dollari) ha superato quella dei trent’anni precedenti. Grandi gruppi come General Electric, Honeywell e United Technologies si sono buttati nel business in crescita e lottano per la leadership a colpi di acquisizioni anche oltre oceano.
Il mercato della Sicurezza rimane comunque frammentato e l’offerta di prodotti e sistemi è variegata; sistemi di rilevamento, software per il controllo dei dati, apparecchiature per «tracciare» persone o cose... Nella segnaletica e sorveglianza sono attive la Nice Systems (sistemi video e audio) e la Verint Systems. Oggi il problema non è tanto quello di catturare le informazioni, quanto di rilevare quelli che sono i dati importanti. Sarebbe impossibile ascoltare ore di conversazioni, guardare video per mesi e leggere e-mail a non finire. Occorrono software in grado di riconoscere ciò che è importante o meglio «anomalo». L’americana Verint monitorizza costantemente dati Internet, e-mail, telefonate; se parlate di bomba, terrorismo, attacco nucleare state certi che sarete intercettati. Se invece dimenticate un bagaglio in aeroporto, il software dell’israeliana Nice, che elabora i dati delle telecamere non ci metterà molto a dare l’allarme. La Nice fornisce anche algoritmi complessi in grado persino di rilevare i cambiamenti emozionali nel corso di conversazione telefoniche...
Nei sistemi di monitoraggio e scanning è attiva la OSI Systems che ai 30mila metal detector e alle 10mila apparecchiature a raggi X già installati presso clienti privati e pubblici di tutto il mondo propone ora i prodotti di nuova generazione. Il nuovo Pulsed Fast Neutron Analysis è in grado di analizzare la composizione atomica di contenuti di camion, navi o edifici. In automatico può localizzare la presenza di cocaina, esplosivo anche se avvolte in montagne di stracci. Il potenziale è incredibile se si pensa che negli Usa al momento solo il 5 per cento dei container in entrata sono ispezionati.
Un altro segmento è quello delle apparecchiature per identificare persone o cose. I sistemi di rilevamento delle impronte digitali che ricordiamo nei telefilm americani sono preistoria. L’americana Iditex, leader nel mercato, offre sistemi di identificazione dell’iride o di ricostruzione biometrica dei tratti del volto. Quest’ultima è già in uso in molti aeroporti americani.
L’americana I.D. Systems, con sistemi a radiofrequenza non solo fornisce la posizione di auto, bus o treni in tempo reale, ma può disattivare il loro funzionamento in caso di pericolo.
Non si sa se uno di questi sistemi sarebbe stato capace di rilevare per tempo le bombe di Londra, ma una cosa è certa: il nostro bisogno di sicurezza negli ultimi anni è cresciuto a dismisura.

Abbiamo sempre più necessità di sentirci protetti, i governi sono sempre più preoccupati di garantire sicurezza ai cittadini comuni, oggi principali target degli attacchi terroristici.

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