Il 25 gennaio potrebbe essere la data giusta. Per la tanto attesa sentenza della Consulta sul legittimo impedimento, s’intende.
L’udienza pubblica della Corte costituzionale, che per evitare la coincidenza con il voto di fiducia era già stata spostata dal 14 dicembre alla prima data utile dopo la pausa natalizia, l’11 gennaio, sembra destinata a slittare ancora.
Sulla decisione carica di implicazioni politiche che riguarda lo scudo processuale di 18 mesi per le 4 più alte cariche dello Stato, pesa una nuova incognita: uno dei giudici, Maria Rita Saulle, ha infatti problemi di salute e potrebbe rimanere assente ancora per qualche settimana. È una delle poche ad essere orientata verso il centrodestra. Il collegio potrebbe ugualmente decidere l’11, ma in caso di spaccatura, con un 7 a 7, il voto del presidente varrebbe doppio. E il nuovo numero uno dell’Alta Corte, Ugo De Siervo, forse non brama di accollarsi la responsabilità di essere determinante. Così, si potrebbe decidere di fare quello che il 10 dicembre, nella conferenza stampa d’insediamento, il neoeletto aveva già ventilato: la causa potrebbe essere messa a ruolo il 25 gennaio.
Quanto al merito della sentenza, i più escludono una bocciatura totale della legge, ma sarebbe possibile una parziale, adducendo una copertura troppo ampia dei casi in cui il premier può invocare il legittimo impedimento. Ma c’è chi dice che la chiave si possa leggere proprio nell’elezione di De Siervo, che ha battuto l’altro candidato, Alfonso Quaranta, per un solo voto. Nel ballottaggio, il giudice eletto dal Parlamento su indicazione del centrosinistra ha avuto 8 voti contro i 7 del collega del Consiglio di Stato. Si formò una maggioranza politica? Giorgio Lattanzi (vicino alle correnti di sinistra) è stato eletto tempestivamente dalla Cassazione al posto dell’ex presidente Amirante, ha giurato e subito ha partecipato al voto. Dalla maggioranza si è subito ricordato che proprio lui nel 2008 presiedeva la sezione che rigettò il ricorso di Berlusconi per la ricusazione di Nicoletta Gandus, presidente del collegio dei giudici nel processo Mills.
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