Il nuovo teatro? Una vertigine

Un festival di teatro sui generis, strutturato come una «piattaforma di lancio» di giovani compagnie italiane davanti a un parterre di illustri operatori provenienti da tutto il mondo con cui studiare eventuali formule di collaborazione professionale. Stiamo parlando di «Vertigine», nome che condensa tutta la sfida e l’azzardo dell’iniziativa sostenuta con 200mila euro dalla Regione che ne ha commissionato la messa in opera alla fondazione Musica per Roma. Dal 4 al 7 marzo andranno in scena quindici giovani compagnie con progetti drammaturgici originali, selezionate su 420 progetti presentati da tutta Italia.
«I lavori saranno proposti a trentacinque operatori internazionali invitati a formare una giuria d’eccezione nell’auspicio che poi invitino nei loro paesi la compagnia», spiega l’assessore regionale alla cultura Giulia Rodano.
«Vertigine» pertanto è una sorta di concorso internazionale di idee per lo spettacolo e un antidoto al rischio dell’oblio per tante produzioni valide di teatro. «Vertigine è la sua prima edizione - aggiunge Carlo Fuortes, amminsitratore delegato di Musica per Roma - e ci auguriamo che diventi un appuntamento stabile che si possa arricchire». Avverte Fuortes: «Questa piattaforma nasce dall’esperienza di Villa Adriana e dal rapporto che Musica per Roma ha avuto col teatro, trattandolo come un terreno di confine», specificando che tutti gli spettacoli sono visibili anche dal pubblico al prezzo di 5 euro (biglietto valido per tutti gli spettacoli di una giornata). Al vincitore andrà un premio di 10mila euro.
A Giorgio Barberio Corsetti il compito di entrare nel dettaglio della selezione «Su 420 progetti arrivati, abbiamo cercato di seguire un criterio: il fatto che venissero proposti a una platea internazionale d’eccellenza, quindi puntavamo a lavori che avessero una loro solidità per essere invitati all’estero e fare da battistrada per altre future collaborazioni. In quest’ottica, abbiamo preso spettacoli in parte già noti, passati a Roma in situazioni di pubblico ridotto e specializzato, altri completamente nuovi.
Abbiamo cercato di toccare spettacoli diversi, alcuni di testo, altri puramente visivi, privilegiando le drammaturgie originali, scritte all’interno delle compagnie. Per far capire a che punto è la drammaturgia contemporanea in Italia». Tra gli invitati, operatori dall’Argentina, Belgio, Canada, Cile, Colombia, Croazia Francia, Germania, Israele, Polonia, Regno Unito, Spagna, Ungheria, Stati Uniti. Cui si aggiungeranno operatori italiani.


Tra le personalità di spicco anche il direttore dell’Odeon e dell’Onda di Parigi, quelli del Theater Der Welt, del Volksbuhne di Berlino, del Young Vic di Londra, del Pradillo di Masdrid, del Performance Space di New York.

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