Politica

Occidentali convertiti, la nuova arma di Al Qaida

Fausto Biloslavo

I fratelli cattolici che hanno abbracciato la jihad nella moschea di Brigthon, l’inglese che voleva far saltare in aria un aereo con l’esplosivo nascosto nelle scarpe, diventato musulmano duro e puro in carcere, il taxista australiano addestrato in Afghanistan deciso a colpire l’ambasciata israeliana a Camberra sono solo alcuni esempi di occidentali convertiti all’Islam radicale. Stiamo parlando dell’arma meno conosciuta e forse più pericolosa di Al Qaida, che i servizi segreti temono perché si tratta di terroristi che non destano sospetti per il nome sul passaporto o il colore della pelle.
Il più noto convertito inglese al terrorismo islamico è Richard Reid, soprannominato il «bombarolo delle scarpe», perché voleva far saltare in aria un aereo con dell’esplosivo nascosto nei tacchi. Nato nel 1973 a Londra e cresciuto in mezzo alle bande di piccoli criminali finì nella prigione di Feltham, dove i compagni di cella musulmani lo convertirono all’Islam. Uscito di galera cominciò a frequentare la moschea londinese di Brixton. Il suo vero mentore sulla strada della jihad fu Abu Hamza, il predicatore-veterano dell’Afghanistan, collegato da Londra alle filiere del terrorismo islamico in Europa, compresa l’Italia.
Nel 1998 Reid, il cui nuovo nome islamico era Abdel Rahim, si recò in Pakistan e frequentò una delle madrasse dell’area tribale, le scuole coraniche che avevano generato i talebani. Nella madrassa incontrò l’americano John Walker Lindh, il «talebano Johnny» catturato dagli americani dopo il crollo fondamentalista in Afghanistan. Il 22 dicembre 2001 sul volo 63 dell’American airlines, da Parigi a Miami, Reid fu sopraffatto dai passeggeri mentre tentava di innescare l’esplosivo nascosto nelle scarpe ed ora è in carcere negli Stati Uniti.
Se il caso Reid è famoso, meno nota, ma altrettanto preoccupante, è la storia dei fratelli David e Jerome Courtailler, nati in un tranquillo paesino delle Alpi francesi. Rigorosamente educati in scuole cattoliche caddero ben presto nel baratro della droga. David, a 28 anni, fu il primo ad uscirne abbracciando l’Islam radicale nella moschea inglese di Brighton, dove si era trasferito, nel 1996. Il giovane convertito divise ben presto un appartamento con Zacarias Moussaoui, che diventerà il ventesimo uomo dell’attacco terroristico dell’11 settembre, non riuscendo a imbarcarsi su uno degli aerei della morte. A David venne pagato un viaggio di studio del Corano in Afghanistan, dove fu in realtà addestrato alla guerriglia nel famoso campo di Al Qaida di Khalden, frequentato anche da Reid. Nel 1998, dopo l’esperienza afghana, rientrò facilmente in Europa entrando in contatto con militanti islamici in Spagna e Marocco, che molti anni dopo saranno coinvolti negli attentati di Casablanca e Madrid. Anche il fratello Jerome, che lo raggiunse in Inghilterra si convertì all’Islam. Nel 2001 fu arrestato assieme a un altro francese convertito, per avere pianificato un attentato all’ambasciata americana a Parigi. David, invece, aiutò una cellula islamica di Birmingham che voleva confezionare un mega ordigno e alla fine fu condannato a quattro anni di galera.
Un altro caso clamoroso di occidentale convertito è quello di Jack Roche, di origini britanniche, che faceva il taxista in Australia, quando ha deciso di abbracciare l’Islam e di andare ad addestrarsi in Afghanistan. Tornato in patria voleva far saltare in aria l’ambasciata israeliana a Camberra, ma ora sta scontando una pena di 9 anni. Quando filmò l’ambasciata per preparare l’attentato un poliziotto lo fermò chiedendogli spiegazioni. Jack, gli rispose: «Sto filmando il palazzo perché ha un certo interesse architettonico».

Il poliziotto gli credette: «Ovvio che non le serviva per mettere una bomba».

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