Odiano le pellicce ma imbrattano la chiesa

Odiano le pellicce ma imbrattano la chiesa

(...) intorno alle 15, per rivivere un’atmosfera da G8. Quattro Defender dei Carabinieri e otto camionette della Polizia a vigilare sull’assembramento di manifestanti in piazza Alimonda (punto di partenza del corteo), almeno un centinaio di forze dell’ordine spiegate sul campo e un elicottero a vegliare la situazione dall'alto.
Il corteo è partito con un’ora e mezzo di ritardo sulla tabella di marcia. A comporlo soprattutto manifestanti appartenenti a centri sociali anarchici del Nord Italia. E una decina di «rinforzi» dalla Francia. Come «grazioso» souvenir del loro passaggio, gli animalisti in lotta «contro le pellicce e le stragi di animali» hanno strappato manifesti del premier Silvio Berlusconi, ma soprattutto hanno lasciato scritte inneggianti in spray rosso a Carlo Giuliani sulla facciata della Chiesa, con tanto di A anarchica: «Carlo vive nei nostri cuori, nelle vene scorre la rabbia». L’abate Giovanni Timossi del Santuario del Rimedio inizia a spazientirsi: «Non è giusto che siamo sempre noi a pagare il prezzo di questi cortei. E poi cosa c’entra la Chiesa con le lotte contro le industrie delle pellicce?».
Ma Don Timossi ieri non era l’unico ad avere un diavolo per capello. La signora Giovanna Conte pochi minuti dopo le tre passeggiava in piazza Alimonda con la sua pelliccia di marmotta. Non sapeva della manifestazione. «Scusi signora, è vera?» le ha chiesto un giovane animalista. Risposta secca della donna: «Certo che è vera». «Allora se non vuole che gliela bruciamo se ne vada» e via imprecando. Dopo una lunga attesa il corteo è partito tra slogan e urla contro Upim e Rinascente: «Fuori le pellicce dai grandi magazzini, Rinascente e Upim assassini». L’obiettivo degli animalisti era proprio quello di chiudere il corteo inscenando una protesta clamorosa davanti alla sede dei due mega store in via Venti Settembre. Dove, invece, non sono arrivati grazie all’imponente cordone allestito dalle forze dell’ordine in via Cadorna davanti ai giardini di Brignole. È qui che si è vissuto qualche momento di tensione, quando un gruppo di manifestanti si è staccato dal corteo per «dirne quattro» al proprietario del banco di animali nei giardinetti di piazza Verdi. Tutto è stato ricomposto in pochi minuti.
E un plauso al comportamento di polizia e carabinieri arriva anche da Alberto Gagliardi, sottosegretario agli Affari regionali: «Anche in questa circostanza mi pare che le forze dell’ordine abbiano dimostrato grande capacità e fermezza e il consueto equilibrio». Gli agenti sono rimasti ore inesorabili al freddo, ad aspettare che i duri della protesta finissero di guardare un documentario.

E soprattutto hanno evitato il ripetersi di incidenti e devastazioni come quelli avvenuti un anno fa a San Polo d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, davanti agli stabilimenti dell’azienda Morini che alleva animali da pelliccia. Genova, nel primo sabato di shopping natalizio, non poteva permetterselo.

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