MILANO 4 aprile 2073. «Partiremo domani. E chissà, forse un giorno ci rivedremo». Con queste parole i quattro Missionari degli Abissi hanno salutato parenti e amici prima di chiudersi nelle loro celle per l’ultima notte da «civili» a Milano. Oggi, infatti, Nina, Victor, Marcia e Stephan (questi i loro nomi criptati) decolleranno alla volta dell’isola artificiale di Hunij, in pieno Oceano Pacifico. L’isola fungerà da base per le loro spedizioni subacquee, che li vedranno spingersi fino a 7-8mila metri di profondità.
«Per il momento - ha detto il professor Georg Kobayashi, responsabile del progetto Unlimited - non abbiamo posto un limite temporale alla missione. I quattro vengono da una lunga selezione con test medici e psico-attitudinali. Fra l’altro, si tratta di due coppie molto legate sentimentalmente, il che faciliterà il loro lavoro».
Fra i compiti assegnati ai Missionari, la cattura a scopo scientifico di alcune specie animali delle profondità oceaniche (finora mai venute a contatto con l’uomo), la coltivazione di alghe resistenti alle fortissime pressioni abissali (che verranno utilizzate in farmacologia), l’autoanalisi dei parametri biomedici. Ma Nina e Marcia vogliono andare oltre: intendono partorire sul fondo dell’oceano. Hanno già deciso i nomi dei nascituri: Neptune il maschietto e Siren la femminuccia.
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