Cronaca locale

Oil for food, Formigoni respinge le accuse Onu

Per gli 007 assegnazioni di greggio sarebbero state fatte a nome del presidente lombardo e poi ricevute da una società milanese. Tareq Aziz: notizie prive di fondamento

Marcello Chirico

Oltre duemila. È il numero delle aziende europee che, ai tempi di Saddam, hanno fatto affari con l’Irak sfruttando il programma umanitario «Oil for Food» strutturato dalle Nazioni Unite per cercare di fornire in qualche modo, nonostante l’embargo, aiuti di prima necessità al Paese iracheno. Tra quelle aziende c’era pure la Costiera Genovesi Petroliferi (Cogep) di proprietà di tal Marco Mazarino De Pedro, ex sindaco di Chiavari nonché collaboratore e amico personale di Roberto Formigoni. Il cui nome compare più volte nel rapporto conclusivo della Commissione indipendente, presieduta da Paul Volcker (ex numero uno della Federal Reserve statunitense), quella incaricata di indagare sul giro di tangenti innescatosi attorno a quel progetto e che proprio ieri ha consegnato i risultati finali dell’inchiesta.
Secondo gli 007 dell’Onu ben 11 assegnazioni, per un quantitativo complessivo superiore ai 24,1 milioni di barili di greggio, sarebbero state predisposte a favore di Formigoni e poi ricevute, a nome del governatore della Lombardia, da una società di Milano. La Cogep appunto, ma a ricevere materialmente i quasi 800mila dollari derivanti dalla vendita è stata la Candonly Limited, nome di altre tre aziende del ramo petrolifero intestate sempre a De Pedro. Che, per anni, è stato consulente della Regione e solo ieri si è dimesso dalla società Avio Nord (una controllata regionale) in modo da «non generare ricadute negative per l’azienda», come motiva testualmente in un proprio comunicato Ferrovie Nord (da cui dipende Avio Nord).
«De Pedro - si legge nel rapporto - ha affermato di aver contattato l'ufficio di Tareq Aziz (ex vice-presidente iracheno) al fine di effettuare acquisti di petrolio nell'ambito nel programma. De Pedro ricordò che Formigoni menzionò la Cogep a funzionari iracheni durante la loro visita ufficiale in Italia nel 1998, ma disse di non aver dato nulla derivante da quella attività a Formigoni». «L'esame della Commissione delle informazioni disponibili - conclude il rapporto - non rivela che Formigoni abbia ricevuto alcunché dalla vendita di quella quantità di greggio. Nonostante diversi tentativi, tuttavia, la Commissione non è stata in grado di ottenere la collaborazione di Formigoni o della Cogep. Formigoni ha smentito di aver ricevuto lotti di petrolio».
Cosa che il governatore ha fatto pure ieri, spiegando di essere andato in Irak in quegli anni «solo per liberare 300 ostaggi. Nelle mie missioni internazionali - ha pure aggiunto Formigoni - ho accompagnato e segnalato i nomi delle aziende lombarde e italiane, grandi e piccole, desiderose di lavorare con l'estero. Se queste aziende hanno ottenuto lavoro, come spesso è capitato, ne sono orgoglioso, ma le modalità con cui ciò è avvenuto sono sotto la loro totale responsabilità. Dall’Irak non ho ricevuto né una sola goccia di petrolio né un centesimo».

E lo stesso Tareq Aziz, attraverso i propri legali, ha pure ieri definito la notizia «falsa e priva di fondamento» di aver indicato Formigoni come beneficiario di quelle esportazioni di greggio.

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