Oltre Forza Italia, il partito anti-partitocrazia

La nascita di Forza Italia nel ’94 fa già parte della memoria, 14 anni è il tempo di una generazione. Per usare una celebre frase di Winston Churchill, «mai tanti uomini hanno dovuto la salvezza alla scelta di un uomo solo». Forse è difficile anche per chi ricorda i fatti rammentare l’atmosfera del tempo.
La fine del comunismo in Russia aveva prodotto in Italia l’effetto incredibile della distruzione ad opera della magistratura dei partiti anticomunisti e il Pds, cioè il Pci cambiato di nome, era divenuto l’unico partito costituzionale. Alla fine della rivoluzione russa aveva corrisposto la conquista del potere del Pci in Italia. Il Pci aveva compiuto, come l’armata cinese di Mao, una lunga marcia attraverso le istituzioni ed era giunto a dominare la coscienza delle istituzioni e della cultura. Aveva realizzato la rivoluzione di Gramsci: prendere le casematte prima di attaccare il quartier generale, usare la cultura per conquistare le istituzioni. Il Pci italiano aveva usato la fine del comunismo in Russia per mostrare come si possa prendere il potere con la democrazia. Se c’era un precedente in Italia di una tale conquista, si poteva pensare al fascismo, che ottenne il potere mediante la corona e l’esercito. Il Pds lo ottenne mediante la magistratura. Tutti sanno che questa è la verità ma non fa più notizia. La sinistra di cultura comunista aveva occupato tutto. Tribunali, parrocchie, episcopi, giornali e libri, tv e radio. Ed è tuttora così. Siamo immersi ancora nella «lingua di legno» comunista che esclude dalla memoria quelli che ascoltarono Berlusconi e si sentirono liberati dalla sua parola. Era il popolo che aveva votato democristiano, socialista, liberale, e aveva operato il miracolo italiano, aveva retto la Guerra fredda e la sfida nucleare dalla parte atlantica, era l’Italia occidentale e non sovietica.
Nel ’93 il Pds era la forza legittimante: si poteva essere democristiani, socialisti e liberali solo con il bollino postcomunista. Questo ricordava le democrazie popolari dell’est, i regimi comunisti che per mostrare che l’Unione Sovietica era una sola, mantenevano formalmente i vecchi partiti borghesi e contadini debitamente comunistizzati. Era una conquista comunista da manuale, combinava aspetti del modello sovietico nel falso pluralismo e la differenza dei comunisti italiani che si dichiaravano democratici.
Forza Italia nasce in questa situazione, Berlusconi liberò il pensiero, queste cose si poterono dire. Si poteva essere anticomunisti. La democrazia funzionò e il popolo scelse la libertà. Nel ’94 Forza Italia ebbe la maggioranza alla Camera e la quasi maggioranza al Senato. Nel Paese sorse il sentimento di liberazione, nacquero migliaia di club. Furono un’organizzazione spontanea di sentimento e non di struttura, ma serviva un partito. La tv commerciale di Berlusconi e Publitalia furono la struttura minima in cui si organizzarono le liste vittoriose alle politiche. Giorgio Bocca scrisse che Publitalia aveva messo il «mondo sottosopra»: per questo Marcello Dell’Utri venne eliminato dal gioco con l’azione dei magistrati. Ma Forza Italia era nata ed era nata per rimanere.
Il popolo italiano aveva voluto scegliere una struttura fragile ma popolare per esprimere la sua volontà di rimanere libero. Da allora cominciò la «leggenda nera»: Berlusconi aveva vinto perché proprietario di televisione. La tv commerciale era una struttura fragile ma fu il popolo a farne una forza politica. Tutti i poteri italiani furono contro questo popolo e il suo leader, ci fu un clamore mondiale, Berlusconi divenne un fatto che delegittimava il sistema dei partiti e creava una realtà diversa, un effetto che era sorto con se stesso. Una storia unica.

Ora Forza Italia si scioglie e il Popolo della libertà è diventato un popolo di governo e la sinistra è sfiorita come non si poteva immaginare. Il Pdl, che oggi nasce come partito, raccogliendo Fi, An e altri partiti, era sorto prima nel popolo che nella forma politica ora conseguita.

bagetbozzo@ragionpolitica.it

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