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Omicidio Meredith, stasera la sentenza Amanda: "Non ho ucciso Mez. Merito la libertà"

Dopo le repliche della difesa, le dichiarazioni spontanee degli imputati. Amanda Knox e Raffaele Sollecito si sono dichiarati innocenti. "Io non ho ucciso", ha dichiarato Amanda. Stasera la sentenza. Gallery: Rudy - Amanda - Raffaele - Gli avvocati  - Stampa internazionale - L'attesa

Omicidio Meredith, stasera la sentenza 
Amanda: "Non ho ucciso Mez. Merito la libertà"

È attesa per questa sera la sentenza di secondo grado che deciderà sul caso del delitto di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nel 2007 a Perugia. In tribunale a Perugia, davanti alla Corte d'Assise d'Appello, si sono presentati oggi Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati in primo grado a, rispettivamente, 26 e 25 anni di reclusione, insieme a Rudy Guede.

Con la conclusione delle repliche dell'avvocato Luciano Ghirga, il legale della difesa, sono state rese anche le dichiarazioni spontanee dei condannati in primo grado Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Critiche le parole di Ghirga che ricordando le dichiarazioni relative al rischio fuga per Amanda ha commentato "Perché si alimenta uno scontro che diventa istituzionale invece che favorire un sereno confronto tra le parti?", quando invece ci si dovrebbe limitare a far parlare "una prova scientifica schiacciante".

"Vorrei comunicarvi quello che sto soffrendo in questi anni. Ma è
impossibile in pochissimi minuti. È talmente grande quello che mi è accaduto che non esiste una dichiarazione che possa racchiudere tutto insieme. Non ho mai fatto del male a nessuno, mai nella vita". Sono le parole di Raffaele Sollecito, nelle sue dichiarazioni. "L’accusa che mi è stata mossa contro, ho sempre pensato che si sarebbe esaurita, che si sarebbe chiarito tutto nel giro di poco tempo, invece ho dovuto sopportare e andare avanti giorno per giorno", ha aggiunto.

Pesante anche la dichiarazione spontanea di Amanda Knox, che ha dichiarato "La mia fiducia assoluta nell’autorità della polizia è caduta", parlando di "accuse ingiuste" e ribadendo però il rispetto per il lavoro fatto dalla Corte sul processo che la vede coinvolta. "Voglio tornare a casa, alla mia vita, non voglio essere punita, privata della mia vita e del mio futuro per qualcosa che non ho fatto perchè io sono innocente», ha poi aggiunto, visibilmente commossa, ribadendo la sua richiesta di giustizia. "Meritiamo la libertà perchè non abbiamo mai fatto qualcosa per non meritarlo".

Dopo le dichiarazioni la Corte si è riunita in camera di consiglio per emettere il verdetto, che arriverà probabilmente in tarda serata, dopo le 20. Non prima di chiedere rispetto, attraverso le parole del presidente Claudio Pratillo Hellman, per quella che "non è una partita di calcio", ma una vicenda in cui "è morta in modo orribile una ragazza, e in gioco ci sono le vite di altri due giovani".

Nel frattempo a Perugia - hanno dichiarato i legali - sono arrivati anche i famigliari di Meredith. Pur non essendo presenti in aula, i Kercher assisteranno dall'albergo alla sentenza, insieme ai legali e al console britannico. E a parlare del processo è Stephanie Kercher, la sorella di Meredith, che in conferenza stampa a Perugiasi dice certa che le prove "ci sono: la polizia, i giudici e gli inquirenti ci stanno lavorando, abbiamo fiducia in loro e dobbiamo solo aspettare". La sorella di Meredith ha poi voluto sottolineare che non si avranno certezze riguardo alla vicenda fino a quando "qualcuno non verrà avanti a dirlo".

"Ora - hanno concluso i familiari - non resta che aspettare fino a stasera e vedere cosa succede".

 

 

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