Omicidio Mussolini, il caso è chiuso

Omicidio Mussolini. Il caso è chiuso (per ora). La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Guido Mussolini, nipote del Duce, contro l’archiviazione del tribunale di Como della richiesta di riapertura del fascicolo sui responsabili della morte del nonno Benito. Nella requisitoria, il procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Montagna, si era espresso favorevolmente nei confronti del ricorso. Fatto che lasciava pensare a un’altra soluzione della vicenda giudiziaria. Ma come è noto il parere del procuratore non è vincolante. La sentenza, depositata oggi dopo la camera di consiglio di ieri mattina ed estesa dal giudice Francesco Bonito, dichiara «inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro mille alla cassa delle ammende». Carlo Morganti, legale di Guido Mussolini, non esclude a questo punto di appellarsi alla Corte europea.
Nel 2006, Guido Mussolini, figlio di Vittorio, aveva presentato una denuncia alla Procura di Como (il Duce fu ucciso in provincia di Como) per aprire un’inchiesta giudiziaria e stabilire una verità processuale sulla morte del Duce e di Claretta Petacci. Si era inoltre appellato a Romano Prodi, all’epoca presidente del Consiglio, affinché venissero setacciati gli archivi e portati alla luce eventuali documenti inediti.

La richiesta si fondava sul fatto che, come ha spiegato di recente al Giornale dal professor Ubaldo Giuliani Balestrino, autore de Il carteggio Churchill-Mussolini alla luce del processo Guareschi, «l’uccisione del Duce non sarebbe coperta né dall’amnistia Togliatti né dalla prescrizione, in quanto Benito Mussolini era allora Capo di Stato perché era Capo della pur effimera repubblica di Salò». Il tribunale di Como però archiviò il tutto.

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