NapoliLa diffusione di quei 4 minuti di video, decisa 3 giorni fa dai pm della Direzione distrettuale antimafia, ha prodotto i risultati sperati: il killer che lundici maggio scorso uccise Mariano Bacioterracino, ieri, è stato identificato dagli investigatori. Ma quando la polizia giudiziaria si è recata a casa sua per arrestarlo, a Secondigliano, lui non c'era. Latitante. Anche il suo presunto «specchiettista» ha un nome e cognome ma, a trovarlo, due giorni fa, sono stati i cronisti, che lo hanno pure intervistato. Gennaro Aiello, 39 anni, dipendente comunale e muratore per arrotondare le entrate, si è fatto pure fotografare. Ai cronisti ha detto: «Sono io quello che voi chiamate il palo o lo specchiettista. Sono quello che giornali e televisioni, definiscono il complice del killer di Bacioterracino. Invece vi chiedo di aiutarmi ad uscire da questa follia», ha detto al quotidiano il Mattino.
Lassassino identificato dai pm della Dda è un pregiudicato che vive a Secondigliano, il quartiere della faida tra il clan Di Lauro e gli «scissionisti». Lomicidio, avvenuto in piazza dei Vergini, al rione Sanità, allesterno di una caffetteria, sarebbe maturato in un ambito camorristico ma, il movente potrebbe essere passionale. Non è escluso che Bacioterracino avesse intrapreso una relazione con la donna di un pregiudicato, detenuto in carcere. Uno sgarro che potrebbe avere provocato la spedizione punitiva, all'ingresso della caffetteria dei Vergini, sotto gli occhi di centinaia di passanti.
Allindomani della diffusione del video (come si ricorderà, le riprese furono eseguite dalle telecamere installate allesterno e allinterno della caffetteria dei Vergini), una persona, che avrebbe riconosciuto il killer dalle immagini diffuse da tv e web, avrebbe contattato gli inquirenti della Dda, per rivelarne il nome. Purtroppo, quando era ormai troppo tardi per sperare di trovarlo a casa. Completamente diversa la posizione di Gennaro Aiello, apparso nel filmato e indicato dagli inquirenti come il «palo» del killer ma dichiaratosi completamente estraneo allomicidio e alla camorra. Il procuratore Giandomenico Lepore, ha spiegato che «dalle prime immagini sembrava un palo e tale era per noi». Poi, ha aggiunto che «le immagini sono servite a farlo venire fuori e ad identificarlo». Aiello ieri è stato convocato in Procura, dove è stato interrogato. Un paio di ore più tardi, limpiegato comunale, ha lasciato gli uffici giudiziari ed è tornato a casa. Posizione chiarita? Probabilmente si, almeno per il momento. Aiello non è indagato per l'agguato dei Vergini e, difatti, quando è ritornato nel rione Sanità, dove vive, a pochi passi dalla Caffetteria dei Vergini, è sembrato finalmente rasserenato, dopo 3 giorni da incubo. Sposato, due bambine, per 3 giorni si è portato indosso il pesante sospetto di essere il complice di un killer della camorra. «Un incubo: quel video lo hanno visto in tutto il mondo. Persino dalla Germania mi hanno telefonato alcuni miei parenti. Adesso però ho paura. Non solo, ma rischio di perdere il mio posto di operatore ecologico.
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