Giovanni Porcella
Chi lo conosce bene sa che deve essergli costato molto dire di no a Enrico Preziosi quando cera da sostituire Vavassori. Troppa passione per il calcio, troppo amore per il Genoa. «È questo - lui ripete spesso che mi frega». Bisognerebbe che non ci fosse lo stress da panchina e Claudio Onofri dal campo non ce lo toglieresti nemmeno con le cannonate. Questione di carattere e lui ne ha da vendere. Mai scontato nei suoi commenti a Primocanale o a Sky dove è seguitissimo e universalmente apprezzato anche per chi non tifa per il Grifone, Onofri è più di una bandiera rossoblù è innanzitutto un leader a cui fare lallenatore non solo piace ma viene spontaneo. Per questo se Attilio Perotti non dovesse proseguire al sua avventura, Onofri sarebbe il candidato ideale per finire al meglio questa tribolatissima stagione. Mai banale, mai scontato, il mister per la svolta il Genoa ce lha a portata di mano, sempre che Perotti non ce la faccia più e naturalmente sempre che lui sia disposto ad accettare. Lultima parola spetta comunque al presidente Preziosi che ritornerà domani da Hong Kong. Un Preziosi ferito per quanto accaduto e scontento dalla sconfitta di San Benedetto e che sibila: «Per ora il tecnico resta Perotti».
E infatti Onofri ribadisce che per ora nessuno della società lha contattato: «Ho letto il mio nome da tante parti, ma di concreto non cè nulla. Il Genoa è il Genoa, ma se verrò interpellato occorre pensarci bene. Se accetterei? Da una parte ci sono le eventuali soddisfazioni e non mi riferisco a quelle economiche, dallaltra la situazione che si è creata in classifica e allesterno. Due mesi fa era diverso, eravamo primi e con la vicenda Ghomsi che volgeva positivamente, almeno così sembrava. E comunque cè un tecnico che va rispetto fino in fondo perché sta lavorando per il bene di tutto il Genoa». Il mister che scruta al situazione dalla sua Bogliasco e scarica le tensione ai Bagni Italia in mitiche partite a calcetto con i suoi amici Barozzi, Nicolini e Cesari, lancia però un messaggio chiaro ai tifosi ora divisi tra falchi e colombe: «Capisco la rabbia e la delusione per questa stagione, ma i tifosi devono capire che non tutto è perduto. La serie B non è ancora perduta a patto che si resti tutti uniti. Poi si può sempre dare di più anche in campo. Lesempio arriva proprio dalla Sambenedettese una formazione i cui giocatori non prendono lo stipendio da mesi, ma che hanno saputo trovare motivazioni fondamentali per raggiungere una salvezza quasi impossibile».
E poi cè la squadra, scossa da quanto accaduto giovedì con gli schiaffi a Baldini. Onofri pensa al suo collega Perotti e anche a come avrebbe reagito lui stesso ad una situazione simile: «È un momento difficile. Anche Attilio, come sarebbe successo a me, è rimasto scosso dalla contestazione perché non solo è lallenatore del Genoa, ma vive qui ed è tifoso di questa società. Certi fatti ti pesano il doppio. Lo capisco e comprendo la situazione generale, vista da fuori sintende». Onofri avrebbe come secondo Tomas Skuhravy: «Altro monumento della genoanità», dice Claudio che magari il ceko lo vorrebbe in campo, anche adesso.
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