Operai morti per amianto, maxi-risarcimento Pirelli

Raggiungono cifre milionarie i risarcimenti che Pirelli sta trattando con gli operai malati o con i loro eredi, perché la maggior parte sono nel frattempo morti, per le gravi patologie da cui sarebbero rimasti affetti per aver inalato fibre di amianto negli anni Ottanta negli stabilimenti dell’azienda in viale Sarca e in via Ripamonti

Raggiungono cifre milionarie i risarcimenti che Pirelli sta trattando con gli operai malati o con i loro eredi, perché la maggior parte sono nel frattempo morti, per le gravi patologie da cui sarebbero rimasti affetti per aver inalato fibre di amianto negli anni Ottanta negli stabilimenti dell’azienda in viale Sarca e in via Ripamonti. È emerso ieri in occasione di un’udienza del processo a carico di 11 ex dirigenti Pirelli in merito agli accordi stragiudiziali ancora confidenziali, ma 6 dei quali sono già stati chiusi. Le parti in causa hanno chiesto al giudice Guido Piffer un rinvio per permettere il perfezionamento degli accordi con altre 6 famiglie e per elaborare i dati utili a calcolare i risarcimenti per gli enti. Per questo il giudice ha disposto un rinvio di quasi due mesi. Tra le famiglie che hanno già firmato l’accordo stragiudiziale e che revocheranno la propria costituzione come parte civile c’è quella di Ennio Marciano, l’operaio che aveva dato il via all’inchiesta sfociata nell’attuale dibattimento presentando il primo esposto in procura oltre dieci anni fa. Marciano è morto a 54 anni nel 2002. I suoi eredi sono rappresentati da sua figlia, l’avvocato Giusy Marciano, e da Federico De Micheli che, pur spiegando di non poter specificare a quanto ammonta il risarcimento da parte di Pirelli perché «i termini dell’accordo restano ancora confidenziali», si è detto «molto soddisfatto». I termini di tutti gli accordi che saranno raggiunti entro i prossimi due mesi, in ogni caso, dovranno essere comunicati al giudice in occasione della prossima udienza, quando chi avrà firmato, revocherà la propria costituzione come parte civile. Nel processo Pirelli non è imputata come persona giuridica e per il momento non è nemmeno citata come responsabile civile. Davanti al giudice figurano come imputati 11 ex dirigenti che hanno fatto parte del consiglio di amministrazione della Pirelli tra il 1979 e il 1989, negli anni in cui le presunte 24 vittime lavoravano nei due stabilimenti. Sono accusati dal pm Maurizio Ascione di cooperazione nell’omicidio colposo aggravato di 20 operai e nelle lesioni gravissime provocate ad altri quattro.

«Pirelli - si legge in una nota della società - ha sempre agito cercando di tutelare al meglio la salute e la sicurezza dei propri dipendenti con le misure adeguate alle conoscenze tecniche a disposizione nel corso degli anni».

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