RomaOpposizione in ordine sparso anche sul caso Brancher. Non appena il capogruppo del Pd a Montecitorio Dario Franceschini dichiara di voler impallinare il neo ministro per il Decentramento con una mozione di sfiducia individuale, Di Pietro si spella le mani ma lUdc arriccia il naso.
È il deputato udiccino Roberto Rao a spiegare il perché: «Noi non ci accodiamo allItalia dei valori - ribadisce -. E poi le mozioni di sfiducia hanno sempre ricompattato la maggioranza». Sì, ma se davvero dovesse arrivare in Aula il documento per cacciare Brancher? «Faremo una riunione e decideremo». Nessun atto unitario, quindi, per risolvere la questione del ministro che, dal canto suo, conferma: «Non mi dimetto». Per lui è bastato il gesto di sabato sera quando, travolto dalle critiche per aver invocato a mo di Speedy Gonzales il legittimo impedimento, ha rinunciato ad avvalersi dello scudo processuale. Si presenterà a Milano alludienza del 5 luglio per il processo Antonveneta-Bpi, ma al centrosinistra non basta proprio. Così, Franceschini ha rotto gli indugi e dichiarato che «presentiamo la mozione di sfiducia individuale al ministro e iniziamo a raccogliere le firme che speriamo siano le più ampie possibili tra lopposizione e tra gli altri gruppi. Non basta la rinuncia al legittimo impedimento, la vicenda resta inqualificabile».
Di firme ne occorrono almeno 63 ma di certo non ci saranno quelle dei centristi, allergici a mischiarsi con i «manettari» dipietristi. Esplicito lonorevole udiccino Adornato: «La mozione di sfiducia è la solita dipietrata inutile cui il Pd si è accodato». Dipietristi che infatti brindano, presentando la nuova linea del Pd come una loro vittoria. È il capogruppo Donadi a esultare: «Siamo soddisfatti che il Pd abbia accolto la proposta di Idv e che si proceda con la raccolta delle firme che, ovviamente, sarà sottoscritta da tutto il nostro gruppo. È passata la linea dellIdv - dice sicuro -. E questo voto sarà la cartina di tornasole sulla serietà e credibilità di quanti, finiani e Lega in testa, ma anche Udc, affermano di battersi in difesa della legalità, della trasparenza e della dignità delle istituzioni». Insomma, tra i piddini sembra aver fatto breccia la linea dura dei dipietristi che, oggi, presenteranno uninterrogazione al governo per sapere «quali sono le ragioni della promozione alla carica di ministro del sottosegretario Brancher».
Laltro fronte aperto è quello delle deleghe, visto che al momento non sono ancora chiare le funzioni precise del neo ministro.
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