da Roma
Prima il Piemonte. Adesso anche la Liguria ed il Lazio. Aumenta il numero delle regioni che intendono sperimentare la pillola abortiva. È di ieri la domanda dellazienda ospedaliera romana San Filippo Neri, che ora è in attesa del via libera da parte del Comitato etico per iniziare a somministrare la Ru486, pillola che induce uninterruzione di gravidanza farmacologica, evitando così alla donna di sottoporsi allintervento chirurgico. Anche in Liguria intendono aspettare il parere del Comitato etico prima di dare il via alla somministrazione della pillola. Diverso il caso della Toscana che la scorsa settimana ha deciso di iniziare a praticare laborto con la Ru486 senza prima procedere alla sperimentazione e senza il via libera del ministero.
Liniziativa non piace affatto al ministro della Salute, Francesco Storace, che si è sempre dichiarato personalmente contrario allaborto anche se, dice, «non dimentico di essere un ministro della Repubblica, che ha sancito il diritto allaborto». Il ministro insiste sulla necessità di potenziare e attuare appieno la parte della 194 che riguarda la prevenzione. «Anche chi è favorevole sa che laborto è una tragedia, non è solamente un diritto - dice Storace -, e allora richiamarsi sempre alla legge 194, partendo dall'articolo 15, senza soffermarsi sulla parte che riguarda la prevenzione, che è uno dei pilastri della legge, credo che sia sbagliato». Nella contrapposizione tra le Asl che vogliono sperimentare la pillola e le resistenze del ministro si inserisce anche la polemica politica con il centrosinistra diviso anche su questo punto. Ds e comunisti da una parte, a favore della sperimentazione. Dallaltra la Margherita più vicina alle posizioni della Chiesa che ieri nuovamente per bocca del Santo Padre e del presidente della Cei, Camillo Ruini, ha rinnovato la sua condanna dellaborto e soprattutto della Ru486 perché giudicata una via più facile che tenderebbe a cancellare «la reale natura dellaborto, ovvero la soppressione di una vita umana».
Storace accusa esplicitamente le Regioni che, dice, «si stanno trasformando in una sorta di avanguardie negatrici dei valori» e sembrano in gara fra loro «per incentivare laborto». Il ministro ha idee ben precise poi su come attuare al meglio la 194, Lidea è quella di attivare e potenziare la presenza degli attivisti antibortisti come ad esempio gli appartenenti al Movimento per la vita che potrebbero accogliere e sostenere le potenziali madri offrendo loro soluzioni alternative valide allinterruzione di gravidanza. Idea accolta con entusiasmo da tutte le associazioni che aderiscono al Forum della famiglia.
Lidea di creare una rete di consulenza che in pratica punti a convincere la donna a non abortire viene accolta con favore anche da tutto il centrodestra. Storace incassa il plauso del senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile per le politiche sulla famiglia di An. «La verità è che la legge 194 è applicata solo nella parte in cui configura l'interruzione volontaria della gravidanza come un diritto soggettivo della donna esercitabile per qualsiasi motivo - dice Pedrizzi -. Non in quella invece che prevede forme di prevenzione e di dissuasione dallaborto che è sistematicamente disattesa».
Critiche feroci arrivano al ministro dai radicali. Daniele Capezzone lo definisce «un capomanipolo e non un rappresentante delle istituzioni». Per il senatore diessino, Lanfranco Turci, è comprensibile «che la Chiesa mantenga la sua posizione di condanna dellaborto ma sconcerta invece la richiesta, implicita nelle parole di Ruini, che la scelta dellaborto continui a comportare per la donna il dolore fisico».
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