È il grande assente anche se ha ben altro a cui pensare. C’è il piccolo erede in arrivo, «tra il 20 e il 25 di questo mese» dice con palpabile fierezza, «e se un giorno mi chiedesse di fare il pilota», aggiunge, «gli direi di sì solo se è veloce, mica un fermo... e se incontrasse un team manager duro che pretende e lo striglia... chessò... come Briatore, allora gli consiglierei di firmare subito».
Già, Briatore. Patron Flavio è il grande assente del mondiale al via domenica e vuoi perché pensa più al pargolo in arrivo che al Circus, e vuoi perché può dire la sua senza urtare gli animi suscettibili di quella razza strana dei piloti, eccolo esporsi sugli equilibri che saranno e su vincitori e perdenti e chi volerà in alto e chi no.
ALONSO - «Lui e la Ferrari sono la coppia da battere perché Fernando si è integrato molto bene nel team ed è molto contento, me l’ha detto: è felice della macchina».
MASSA - «È molto veloce. Felipe è un ottimo pilota, conosce l’ambiente Ferrari perché da anni corre per loro. Non solo: gode di grande rispetto nella squadra e fuori. Fra lui e Alonso, ne sono sicuro, sarà una lotta leale perché Fernando è sempre molto corretto nel rapporto con i compagni, perché anche il brasiliano è uno leale per cui, fra i due, sarà la pista a parlare e decidere. Sarebbe fantastico se alla fine fossero proprio loro a giocarsi il titolo. Purtroppo credo però ci saranno altri in grado d’inserirsi nella lotta. Di certo, in casa Ferrari, se dovesse inseririsi nella lotta un terzo incomodo - e credo sarà così - arriverà il momento in cui decidere su chi puntare. Lo trovo anche normale».
HAMILTON - Un team inglese con due piloti inglesi, fra l’altro molto amati dai tifosi d’Oltre Manica. Per la McLaren sarà fondamentale saperli gestire con sapienza. Perché se Lewis e Jenson sapranno lavorare insieme, allora il team crescerà; se invece ci saranno subito dissapori e dissidi, questo influenzerà lo sviluppo della vettura, di solito un punto di forza McLaren. Più i due ragazzi garantiranno complicità e sinergie più la squadra progredirà. Quanto a Button non cambio il mio parere (l’ha sempre giudicato solo un buon pilota, nulla di più, anzi, forse, di meno... ndr). Con la sua stessa macchina, la Brawn Gp, lo scorso anno, se non sbaglio, Barrichello è rimasto in lotta con lui per il titolo? Diciamo che la Brawn Gp nel 2009 era una macchina un po’... insomma... il mio parere è noto e anche quello di altri... aveva qualcosa di estremamente performante (il diffusore furbetto, ndr). Per cui Jenson ha guidato un’auto molto superiore a quella di tutti gli altri. Credo che quest’anno, con il confronto diretto Jenson-Hamilton si vedrà se avevo ragione io oppure no... Questo senza mai dimenticare che parliamo sempre di piloti ad altissimo livello».
VETTEL E WEBBER - «Due grandi piloti, Sebastian ha fatto un 2009 eccezionale, Mark è maturato tantissimo. E il team, con la monoposto che gli ha messo a disposizione, sarà veramente della partita per il titolo. Anzi, diciamo pure che Ferrari, McLaren e Red Bull si giocheranno il mondiale. La Mercedes ex Brawn Gp non la vedo ancora lì, anche perché quest’anno le regole sono uguali per tutti... (sottinteso, non come nel 2009 con la formula Mosley, ndr)».
SCHUMACHER - «Certo, la Mercedes ex Brawn Gp ha Schumi. La gente si chiede ancora se Michael sia tornato perché sapeva di avere tra le mani l’auto campione del mondo? Avrà contato anche questo, ma non dimenticate che già l’estate scorsa, dopo l’incidente di Massa, Schumi era pronto a fare il passo. Quanto alla Mercedes ha cercato in tutti i modi di prenderlo... solo che in questi tre anni (Michael si ritirò a fine 2006) tante cose sono cambiate. Credo che farà fatica nelle prime tre o quattro corse. E poi dovremo vedere se fisicamente sarà in grado di tenere. Certamente il suo ritorno è stato una bella notizia per la F1. Però non saprei dire se ha fatto bene o male a rientrare: lo diranno i risultati, ma di certo, se non dovesse essere fra gli attori protagonisti, allora eccome se avrà fatto male a rimettersi in gioco... Sì, credo sarà molto difficile per lui».
ROSBERG - «Anche perché per compagno ha Nico... Avrà il suo bel da fare a stargli davanti».
KUBICA - «Robert in Renault l’ho fortemente voluto io prima di andar via (per l’ormai noto caso Singapore, ndr)... È un grande pilota, bisognerà dargli l’auto giusta; è un motivatore, è serio, per bene, un personaggio. Quanto alla mia ex squadra non lo so proprio... spero vada bene, però non li vedo a livello degli altri...».
FERRARI-MCLAREN-REDBULL - Come auto, difficile dire chi sarà meglio fra le tre. La McLaren è sempre molto pericolosa: a volte non parte bene, ma ha nello sviluppo la sua forza. Di solito, nei primi Gp non è mai al massimo, poi recupera. A Woking lavorano in modo fantastico sullo sviluppo della monoposto. Nel 2009 la Ferrari era sicuramente inferiore alla RedBull; mi auguro che a Maranello abbiano, come sembra, recuperato terreno. La macchina favorita all’inizio potrebbe essere la RedBull, anche se c’è il grande punto interrogativo rappresentato dal motore: il Renault, nel 2009, era meno potente, era il nostro handicap rispetto a propulsori come il Mercedes (oltre che dal team di Stoccarda, montato anche dalla McLaren, ndr). Non so se i francesi hanno recuperato; se così non fosse, il problema RedBull potrebbe essere solo questo. Per questo dico che, in chiave titolo, la Ferrari cresciuta con al volante un pilota come Alonso può avere qualcosa in più. Oltre al talento in pista, la forza di Fernando è quella di dare motivazione agli altri... e se penso a quanto è contento, continua a ripetermi che è felice della macchina e che si trova bene in Ferrari, l’ambiente gli piace, parla italiano, si sente a casa. Sì, quello tra la Ferrari e Fernando è un matrimonio che durerà fino al termine della carriera del pilota.
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