Ora il condizionatore diventa un «diritto primario»

Una notte bollente che ha scaldato oltremisura gli animi dei cittadini di Tor Bella Monaca. Stanchi di un black out che aveva fatto saltare condizionatori e ventilatori, e sfatti dal caldo, gli abitanti del noto quartiere capitolino hanno «marciato» verso la stazione dei carabinieri. I militari, per evitare che la situazione degenerasse, hanno poi sollecitato e «scortato» tecnici dell’Acea per ripristinare la corrente. Non è stato il solo black out di ieri. Interessate anche le zone della stazione Termini e di piazza Barberini. Questo perché il picco di consumi, causa condizionatori e ventilatori al massimo, ha sovraccaricato la rete ed ha causato l’incendio di una cabina in via Cavour. Ieri infatti nella capitale è stato registrato il nuovo record estivo storico assoluto di potenza elettrica immessa a Roma.
I cittadini di Tor Bella Monaca si sono detti imbufaliti per una situazione esasperante. «Non è il primo black-out che subiamo in questi giorni. L’ultima volta siamo stati senza corrente per 6 ore», hanno detto, protestando contro l’impossibilità di utilizzare apparecchi sanitari come l’aerosol o per il cibo nei frigo andato a male. Trentadue squadre di tecnici, tutte ininterrottamente al lavoro da ieri pomeriggio, si sono adoperate per effettuare le manovre e gli interventi necessari ripristinando le normali condizioni di fornitura per circa 13 mila utenze, anche con l’ausilio di gruppi elettrogeni mentre un altro guasto ha interessato duemila cittadini in zona Stazione Tiburtina. Al lavoro anche anche i vigili del fuoco hanno impiegato più di sette ore per spegnere le fiamme sviluppato nel pomeriggio di ieri all’interno della galleria dei servizi di via Cavour. Un inferno che ha sciolto asfalto e catrame e fatto sprofondare i tombini.

Problemi anche al traffico perché molti semafori, anche nel centro, sono saltati e alcune linee bus sono state deviate per permettere di spegnere l’incendio e riparare il guasto. E i tombini nella zona dell’incendio sono letteralmente sprofondati nell’asfalto. Il caldo bollente non lascia vie d’uscita: chi non vuole rimanere nel caos o al buio dovrà arrendersi al bagno di sudore.

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