Roma

Ora la fiction va all’università

Gli studenti curiosi tra tecnici e attori Nel cast Morelli e anche Fiona May

Ora la fiction va all’università

Francesca Scapinelli

Accanto alle panchine verde scuro, le sedie in tela da regista con la scritta «Cinecittà». Accanto a giovani con il pizzetto incolto e i libri di Kant sotto il braccio, fotografi, elettricisti, macchinisti, attori e il regista Vittorio Sindoni. È mercoledì e Villa Mirafiori, sede della facoltà di lettere e filosofia della Sapienza, si trasforma in un set cinematografico, con attori e tecnici che si muovono tra cineprese, teloni riflettenti o «butterflies», carrelli (per gli addetti ai lavori: «piwi») e imponenti camion gialli in sosta in via Fea, adibiti a camerini. Per qualche ora, l’edificio che ospita aule e biblioteche diventa l’istituto Cesare Gallone, con tanto di targa fittizia: in un certo senso «recita» anche Villa Mirafiori.
Si stanno girando gli esterni di una fiction televisiva, «Butta la luna», una produzione Rai tratta dall’omonimo romanzo di Maria Venturi che vedremo a ottobre 2006, in otto puntate da cento minuti ciascuna (sceneggiatura di Patrizia Carrano e Sindoni). La troupe è al lavoro da metà novembre, e al termine delle riprese, in maggio, avrà toccato varie parti della città: l’Eur, il Coni, Prati, il Tevere a bordo di un barcone, Cinecittà. A far da sfondo alla fine della pellicola sarà invece Milano.
Uno studente con capigliatura rasta sbuffa, ma i più sono curiosi e cercano di sbirciare la scena che, seduti su una panchina, provano il bel Gianpaolo Morelli - il carabiniere di cui si innamora Claudia Pandolfi in Distretto di polizia 5 - e Chiara Conti, interprete di varie pellicole tra cui L’ora di religione di Bellocchio. Con loro, nel cast, tra gli altri Giuliano Gemma, Andrea Tidona, Anita Zagaria, Nino Frassica, Tony Garrani e due celebrità dello sport: Fiona May e Idris.
Il freddo si sente, e il regista, siciliano di Capo d’Orlando («ma romano d’adozione», precisa), indossa guanti e cappello oltre a una vistosa sciarpa a fantasia scozzese. «Solidarietà, amore e integrazione, ecco le parole per descrivere la storia», spiega. La vicenda è quella di Alyssa, una donna di colore, interpretata dalla May, che dalla Nigeria giunge a Roma con una bimba di pochi mesi, avuta da un bianco che però le ha abbandonate. Attraverso varie vicende entrambe compiono un percorso di riscatto sociale e sentimentale, che si intreccia con la storia di un magistrato milanese (Morelli).
Le scene ambientate nel parco che si affaccia sulla Nomentana («ho scelto questa villa perché ben si adatta agli interni girati altrove», spiega Sindoni) vedono protagonista Morelli con la giovane Chiara Conti (nel ruolo di Cosima, figlia di Alyssa) ma anche la piccola Giulia Bellu, cagliaritana, e tante comparse che passeggiano, incluso un cagnolino tipo shi-tzu. La bambina, stivaletti e cappottino bianco, siede con Morelli (suo padre nella fiction) che le comunica la morte della madre. «Interpreto Nicola, un personaggio assai complesso, diverso da quello di Distretto - racconta Morelli tra un cambio d’abito e il ciak -. In gioco, per questo giovane magistrato, ci sono forti emozioni. Ha un rapporto non risolto con il padre e deve superare la perdita della moglie, in più è coinvolto in una specie di giallo». Anche quello di Cosima è un ruolo che richiede notevole professionalità: «All’inizio è una persona rigida, troppo seria - rivela l’attrice -. Poi il contatto con i bambini in difficoltà con cui lavora (proprio al centro di rieducazione Gallone, ndr) e l’incontro con Nicola la faranno ammorbidire, superare certi traumi». Nel gazebo, con il regista e l’aiuto-regista Salvatore Chiosi, c’è anche Enrica Ajò, 24 anni, padovana, che presto vedremo al cinema in Notte prima degli esami.

«Butta la luna è avvincente - osserva Enrica, che nella fiction è Adele, la migliore amica di Cosima - anche perché ha varie dimensioni: sentimentale, poliziesca, di approfondimento del rapporto tra padri e figli. Fa riflettere su temi come l’affido dei minori, la famiglia, l’amore, le difficoltà della vita. Non per niente sono 800 pagine di sceneggiatura, e vi lavorano tra attori e comparse circa 200 persone!».

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