Ora i "Musulmani d'Italia" sostengono anche gli jihadisti

Il gruppo Facebook contro la Digos e a favore del presunto terrorista arrestato a Pisa

Ora i "Musulmani d'Italia" sostengono anche gli jihadisti

"Ha successo chi muore martire. Chi cancella i peccati versando il sangue entrerà in paradiso profumato", così Jalal El Hanaoui, il 25enne di Pisa arrestato dalla Digos il 6 luglio scorso. Mentre pare sempre più evidente il processo di radicalizzazione di Jalal, il gruppo Facebook "Musulmani d'Italia" ha avviato una campagna per sostenere il presunto jihadista. E non può essere altrimenti dato che Jalal El Hanaoui era un admin del gruppo, assieme a Resim Kastrati, il ragazzo albanese cacciato dall'Italia il 19 gennaio scorso perché accusato di aver legami con gli jihadisti siriani.

Sulla pagina del gruppo appaiono le scritte "È innocente!!!!! È innocente!!!!! Fratelli miei fate doua per lui ....." e, sotto, il sigillo del profeta, quello, per capirci, usato anche dai terroristi islamici dello Stato islamico. Tra i commentatori spunta ovviamente Resim Kastrati e poi anche Anass Abu Jaffar, il 26enne marocchino cacciato dall'Italia per motivi di prevenzione del terrorismo. Anass, subito dopo la strage di Charlie Hebdo, aveva scritto: "Je ne suis pas Charlie... che Iddio punisca questi individui che hanno offeso il nostro profeta Salla Allaihi Wa sallam". Soprattutto, Annas era legato a Ismar Mesinovic, l'imbianchino bosniaco andato in Siria a combattere sotto le bandiere dello Stato islamico e morto lo scorso gennaio ad Aleppo. Dopo la morte di Mesinovic, Annas aveva scritto: "Che Allah liberi la Siria per cui ha combattuto, e renda tuo figlio un buon musulmano. Che Allah abbia misericordia della tua anima e che ti accolga nel firdaws tra i martiri".

Un elogio simile era stato composto anche per Giuliano Delnevo, il foreign fighter genovese morto in Siria.

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