Occhi aperti! Un gravissimo pericolo incombe sui beni delle infinite associazioni italiane, dai partiti ai sindacati sino ai circoli sportivi. Se il Gip di Romaaccoglierà la richiesta di archiviazione regalata dai Pm a Gianfranco Fini per la vicenda della casa di Montecarlo, ciò potrebbe rappresentare il via libera per gli amministratori pro tempore alla spoliazione impunita di tutti i beni sociali a favore dei loro parenti ed amici.
Vediamo perché. Le associazioni non riconosciute sono di gran lunga la più frequente forma aggregativa in Italia: dal Pdl al Partito Democratico, dalla Cgil alla Uil alle innumerevoli organizzazioni senza scopo di lucro costituite per ogni tipo di fine benefico, ricreativo ed assistenziale, tutte ricadono in questa vastissima categoria. Cosa ha sinora frenato gli amministratori di volta in volta eletti dall’approfittare della momentanea posizione di rappresentanza per saccheggiare le associazioni? Il codice è chiarissimo e prevede due fattispecie complementari:la truffa e l’appropriazione indebita, ambedue punibili con pena fino a tre anni di carcere. La truffa prevede che si danneggi la vittima a favore di un terzo con artifici o raggiri,mentre l’appropriazione indebita copre tutti gli altri casi di ingiusta sottrazione (a favore di terzi) di beni di cui si abbia momentaneamente il possesso o la gestione.
In buona sostanza se sei un segretario di un partito o di un sindacato o il presidente di un’associazione e imbrogli le carte (secondo la Cassazione basta anche una condotta passiva che non impedisca il fatto) per sfilare un bene sociale e svenderlo a chi ti fa comodo commetti truffa, se invece sei proprio sfacciato e, approfittando della momentanea detenzione del bene (mobile) te lo intaschi o lo giri a chi ti aggrada commetti appropriazione indebita. Dato che siamo in un paese di furbetti poi si è recentemente introdotta a mo’ di promemoria una norma che si sovrappone ad esse per rinforzare il concetto: tale norma (art. 2634 codice civile) ricorda agli amministratori che se «avendo un interesse in conflitto con quello della società al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto o altro vantaggio, compiono o concorrono a decidere atti di vendita di beni sociali provocando intenzionalmente alla società un danno patrimoniale, sono puniti con la reclusione da sei mesi a tre anni».
Insomma non si scappa, se si sfilano dei beni dall’ente che si amministra, dalla Fiat al Fai,dall’associazione per la ricerca sul cancro al condominio sempre di galera fino a tre anni si parla e se un’obiezione si può fare è che tre anni sono pure pochi. Nella richiesta di archiviazione invece il Pm di Roma incredibilmente si premura di far sapere che non si applica l’art. 2634 c.c. prima citato perché «un partito politico non è una società, bensì un’associazione non riconosciuta». Capite? Non si dice che la svendita (che costerebbe ad un amministratore di una società per azioni tre anni di galera) è stata corretta, si dice che non si vuol procedere perché sitratta di un’associazione e non di una società. E la truffa?E l’appropriazione indebita?
Tutti gli elementi sono presenti nelle carte, viene certificato un prezzo enormemente inferiore al reale, viene rivelata l’identità tra l’acquirente e l’affittuario a causa delle firme identiche, vengono verbalizzate offerte alternative, viene confermato l’elemento di inganno ai danni del tesoriere a cui viene spacciato come competente il parere di uno che per sua stessa ammissione competente a valutare un appartamento non è. Insomma, i «pezzi» del reato ci sono tutti proprio per le carte della procura e nonostante ciò si chiede di archiviare? Misteri di chi sposa la causa delle toghe. Insomma, se nel caso dell’appartamento di Montecarlo il Gip di Roma dovesse confermare una certa percezione di appiattimento dei giudici alle richieste dei Pm ed archiviare, converrà a tutte le associazioni della penisola apprestare veglie di sorveglianza davanti ai beni sociali.
Ogni amministratore potrebbe sentirsi legittimato a beneficare parenti e conoscenti disponendo sottocosto del patrimonio associativo, rischiando solo una causa civile che in Italia, visti i tempi biblici, non spaventa più nemmeno i bambini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.