Stringe mani, anche quelle che sa benissimo essergli state tese solo per una non sentita cortesia. A Doria è stato il primo a recapitare un sms di congratulazioni. Ma non perde il sorriso, nonostante lannunciata sconfitta.
Enrico Musso, che fa? È contento?
«Non contento per Genova, perché deve aspettarsi cinque anni senza cambiamento. Non credo che Doria abbia la capacità di fare il miracolo».
Eppure sorride?
«Sono soddisfatto del mio risultato, certo. E di come è andata questa sfida. Anche nelle sue parti più cruente. Anche per la parte che ha purtroppo portato alla spaccatura del centrodestra».
Bella soddisfazione. Cosa cè di positivo?
«Che ora si aprono orizzonti nuovi, si potrà attuare un metodo nuovo. Più trasparente, più pulito».
Vuole rifondare il centrodestra?
«Occorre sacrificare i personaggi più visti, i più chiacchierati».
Sembra più che altro una vendetta.
«Guardi che ci sono anchio in ballo. Mi rendo conto che questi cinque anni in prima linea mi hanno un po logorato. Sì, potrei esserci anchio tra quelli da sacrificare. Non sono mica attaccato a tutti i costi a questo ruolo».
Però suggerisce di ripartire da lei?
«In questa avventura abbiamo avuto occasione di mettere in mostra molte persone. Non ci sono solo io».
Oltre ai suoi voti del primo turno e, ipotizzando, a tutti quelli di Vinai, dove ha trovati altri consensi?
«Non so quantificare certe cose. Non credo di aver ottenuto tutti i voti di Vinai. Secondo me al ballottaggio mi ha votato qualcuno che al primo turno la dava per persa, ma magari cè stato anche chi al contrario si è spaventato dal distacco e non è tornato alle urne».
Allora ha preso i voti di Lega e grillini?
«Della Lega, può darsi qualcuno. Più facile che abbia pescato dallarea del non voto. Dai grillini davvero poco poco».
Perché no dai grillini?
«Abbiamo percorsi paralleli ma molto diversi. Siamo accomunati solo dal tentativo di dare una risposta diversa alla malapolitica».
Anche lei aveva qualche partito alle spalle...
«Ero sostenuto solo da una lista senza simboli di partito, contro un avversario che ne aveva otto».
E il suo movimento ora che fa?
«Il gruppo non si è demoralizzato nonostante la sconfitta. Anzi, per dirla con una frase cara al Pd, Oltremare adesso cambia passo. Ha più persone che lavorano, ha più visibilità, più esperienza. E credo anche che possa ripartire da un mezzo successo».
Per fare cosa?
«Per essere sempre più credibile agli occhi dellelettorato dei moderati».
Moderati che però a Genova non riescono a vincere.
«Il lavoro più importante sarà proprio questo. Perché i moderati sono molti più dei 77mila che mi hanno votato adesso. Cinque anni fa, quando mi sono presentato con tutto il centrodestra, ottenni 142mila voti».
Insomma, anche lei dimezza i voti?
«Allora eravamo in presenza di un voto molto più partecipato, con una coalizione di centrodestra compatta e forte. Ma quei numeri, superiori a quelli ottenuti oggi (ma anche al primo turno) da Doria, stanno a dimostrare che se si riesce a radunare questo elettorato, si può vincere».
E la prima cosa che farà?
«Domani (oggi, ndr) sarò al Senato per una mozione a sostegno della finanza degli enti locali. Ricomincio subito a lavorare concretamente per Genova. Anche non da sindaco».
E Doria?
«Gli ho mandato subito un messaggino per fargli i complimenti. E gli auguri. Ne avrà molto bisogno».