Rapallo cambia la giunta, non il clima. Clima notturno ma gaudente. Nulla di tenebroso. Come se col calar del sole i consiglieri comunali dessero il meglio di sé. E allora, il distacco risulta sempre più difficile e le ore più piccole. Niente a che vedere con le sette di mattina del penultimo consiglio, ma giovedì sera sono arrivate le tre prima che i consiglieri si decidessero per un addio definitivo. In piena notte, mentre la città dorme, loro, maggioranza e opposizione, nella sala del Comune illuminata, discutono del «tagliando» imposto dal sindaco Mentore Campodonico all'amministrazione. Due nuovi assessori prendono il posto di Mario Fracchia e Giuseppe D'Asta che si sono dimessi per motivi personali. Giovanni Arena va al settore cultura e Fabio Mustorgi alle Opere pubbliche. «Il maestro è stato promosso dai conti ai ponti», ironizza l'ex sindaco Ezio Armando Capurro alludendo al fatto che Mustorgi durante la precedente amministrazione Bagnasco si occupava di finanze. E poi, ben più importante, c'è il fatto che mentre Capurro, si può fregiare del titolo di professore universitario, Mustorgi ha fatto le magistrali. «Capurro è da Zelig, nella comicità ha entrate stupende» commenta Mustorgi che aggiunge: «è insuperabile sulle battute ma l'ho trovato un po' scarno sui contenuti». D'altra parte le battute sono il piatto forte nei consigli di Rapallo che riescono sempre a riempire la sala (consigliare).
All'ordine del giorno di giovedì ci sono non solo le surroghe di due nuovi consiglieri che prendono il posto dei neo assessori, ma soprattutto la nuova distribuzione delle deleghe. «I partiti del centrodestra hanno messo sotto tutela il sindaco», tuona l'opposizione che sulle deleghe: «Sono stati dati dei contentini ai partiti politici senza tenere conto delle professionalità delle persone». Il capurriano Giorgio Costa commenta l'attribuzione a Giandomenico Cianci, titolare del settore Parchi e giardini, della delega Manutenzione strade: «così metterà un fiore in ogni buca di Rapallo, solo che non gli basteranno tutti i vivai di Sanremo».
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