Economia

Orgoglio tedesco e alti costi dietro al no di Daimler a Fiat

nostro inviato a Stoccarda
Il primo punto della situazione, dopo il divorzio da Chrysler, servirà anche per capire come il gruppo Daimler intende muoversi sulle alleanze. E proprio questo è uno dei temi caldi dell’incontro che il presidente Dieter Zetsche avrà oggi con la stampa a Stoccarda. Dal numero uno del gruppo che conta i marchi Mercedes-Benz, Smart e Maybach si cercherà anche di capire quali ragioni abbiano fatto fallire una possibile intesa con Fiat per uno scambio di piattaforme e motori. Alcune fonti sostengono che all’origine del passo indietro, dopo che emissari di Stoccarda erano stati a Cassino per toccare con mano una delle più importanti e funzionali realtà produttive italiane, sarebbero state divergenze sui costi. In pratica, per Daimler un accordo con Fiat (a Torino facevano gola i potenti motori tedeschi, mentre Mercedes è tuttora alla ricerca di sinergie per le future Classi A e B) non sarebbe risultato conveniente. Ma c’è anche chi, nonostante Zetsche continui a ripetere che il dialogo con Torino rimane aperto, ritiene che la ragione dello stop ai negoziati sia da imputare a un fatto di principio: qualcuno, nel board tedesco, potrebbe aver messo sul tavolo un problema d’orgoglio. Ecco, allora, spuntare l’ipotesi Bmw (accordo con i vicini di Monaco), mentre da alcuni giorni si parla di colloqui tra Mercedes e Aston Martin, il marchio britannico ceduto da Ford al fondo Investment Dar.

Altro argomento scottante è quello della Co2, con l’asse Germania-Francia alla ricerca di un compromesso sulla riduzione delle emissioni.

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