Osama esalta Al Zarqawi e minaccia gli Usa

Fausto Biloslavo

Osama bin Laden torna a farsi sentire con un messaggio audio di elogio al «leone della guerra santa», il tagliagole Abu Musab al Zarqawi, suo luogotenente in Irak, eliminato dagli americani. L’obiettivo è trasformare il defunto capo di Al Qaida a Bagdad in mito per le nuove generazioni di mujaheddin. Non solo: lo sceicco del terrore minaccia sfracelli in Afghanistan, Irak, Sudan e Somalia.
«La nazione islamica ha perso il suo cavaliere Abu Musab al Zarqawi, Ahmad al-Khalaila. Preghiamo Allah ­ afferma Bin Laden ricordando il vero nome del terrorista ucciso il 7 giugno - di onorarlo e di accoglierlo tra i martiri». Il messaggio audio dura 19 minuti e 34 secondi ed è stato reso noto su un sito internet legato ad Al Qaida alle 4.40 di ieri mattina, ora italiana. Il titolo non lascia dubbi: «Elegia per lo sceicco martire Abu Musab al-Zarqawi di Osama Bin Laden». Il testo, letto in alcuni momenti con difficoltà dallo sceicco del terrore, come se fosse affaticato o in precarie condizioni di salute, è intercalato da quattro poesie che lo stesso bin Laden avrebbe composto per rendere onore al suo luogotenente.
Scagliandosi contro il presidente americano George W. Bush, bollato come «il faraone dei nostri tempi», bin Laden accusa la Casa Bianca di avere attaccato il regno di Saddam «non curante delle manifestazioni popolari che dicevano “no” ad un altro spargimento di sangue allo scopo di ottenere il petrolio. Ha invaso l'Irak facendo cadere piogge di bombe e tremare le montagne». In pratica Osama spalleggia i pacifisti e sottolinea che «in questa terribile situazione, dove i capi e gli ulema hanno tentennato, il cavaliere dell'islam, Abu Musab al-Zarqawi, è emerso come un leone. È emerso come guida per i fedeli e ha promesso ad Allah di far vincere la fede».
Per rafforzare la creazione del mito da emulare, bin Laden ricorda la genesi del superterrorista: «Abu Musab ha combattuto in passato con altri fratelli nella guerra santa contro i russi e contro le grandi forze di Afghanistan portando questo spirito fino a Bagdad».
Osama difende post mortem il suo luogotenente dalle accuse di aver ordinato stragi di civili, soprattutto sciiti, che al Zarqawi definiva «scorpioni da schiacciare». Invece accusa gli americani di torturare i prigionieri iracheni e dimostra di essere al corrente di recente denunce di abusi da parte di un deputato del Parlamento iracheno.
Nonostante il messaggio sia solo audio sul sito, sono state montate le immagini dell’ultimo video di Al Zarqawi che spara e incita i suoi, oltre ad una fotografia di Bin Laden. L’aspetto interessante è che si tratta del quarto messaggio di quest’anno, ma Osama, a differenza del suo braccio destro Ayman Al Zawahiri, non compare quasi più in video, forse per timore di farsi vedere troppo debole ed emaciato a causa di possibili cattive condizioni di salute.
Osama non perde l’occasione per ricordare il mullah Omar, «che Allah lo faccia vincere», il leader guercio dei talebani che stanno rimontando in Afghanistan. Rivolgendosi agli Stati Uniti, lo sceicco del terrore lancia una serie di minacce: «La bandiera non cade, se Allah vorrà, ma passerà da un leone all'altro dell'islam. Continueremo a combattere voi e i vostri alleati ovunque. In Irak e in Afghanistan, in Somalia e in Sudan, finché esaurirete i vostri soldi e verranno uccisi i vostri uomini o torneranno sconfitti nei vostri Paesi, come è avvenuto in Somalia». Il riferimento ripetitivo al disgraziato Paese del Corno d’Africa è significativo tenendo conto che a Mogadiscio hanno recentemente preso il potere gli estremisti delle Corti islamiche, amici di Al Qaida.
Il messaggio si conclude con una richiesta minatoria al presidente Usa: «Dico quindi a Bush, devi consegnare il corpo dell'eroe (al Zarqawi, ndr) alla sua famiglia».

Osama insiste sulle esequie e tira in ballo anche il re di Giordania, «che ha impedito a Zarqawi di andare dai propri concittadini da vivo. Non avresti paura di Zarqawi, che ormai è morto, se non fosse per il fatto che il suo funerale, con il permesso di Allah, sarà enorme e mostrerà l'amore che hanno verso di lui i musulmani e i mujaheddin».

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