da Parigi
Gli aspiranti allEliseo sono 12. Vediamo - dallestrema sinistra allestrema destra - la composizione di questo drappello di personalità più o meno note.
La trotzkista Arlette Laguiller, 67 anni, si presenta per la sesta (e ultima) volta a unelezione presidenziale come candidata del gruppo Lutte Ouvrière. È molto nota per i suoi discorsi fiume, che cominciano sempre con le parole: «Lavoratrici, lavoratori!». Il suo slogan: «Nessun altro può dirsi sinceramente nel campo dei lavoratori». Promette aumenti salariali e nuove tasse per le imprese.
Il trotzkista Olivier Besancenot, 32 anni, è il candidato della Ligue comuniste révolutionnaire (Lcr). Fa il postino, e la sua campagna è basata su uno slogan polemico col mondo delle aziende: «Le nostre vite valgono più dei loro profitti». Alle elezioni del 2002 prese il 4,25%.
Altro trotzkista è Gérard Schivardi, 56 anni, sindaco di un piccolo comune che ha tentato di presentarsi ai connazionali come il «candidato dei sindaci». La cosa gli è stata vietata, e allora deve fregiarsi delletichetta di candidato di un movimento microscopico e sconosciuto: il Partito dei lavoratori. Il suo slogan è: «Rottura con lUnione Europea».
Lantimondialista José Bové, 53 anni, ha basato anche lui la campagna sulle fortissime polemiche contro lintegrazione comunitaria. Dice di essere il difensore dei contadini. È stato in carcere per la distruzione di un ristorante McDonalds e rischia di tornarci per quella di raccolti di mais geneticamente modificato. I manifesti con la sua immagine e i suoi celeberrimi baffi hanno due slogan: «Per unalternativa a sinistra» e «Un altro avvenire è possibile».
Marie-George Buffet, 58 anni, è candidata per il Partito comunista, di cui è anche segretaria. È stata in prima linea contro il Trattato costituzionale europeo. È membro dellAssemblea nazionale. Il suo slogan è «Perché la sinistra sia fedele ai suoi valori e determinata a cambiare la vita quotidiana».
Dominique Voynet, 48 anni, è una dottoressa in medicina, specializzata in anestesia-rianimazione. È una dirigente dei Verdi. È stata ministra dellAmbiente nel governo Jospin (1997-2002) e in quelloccasione è stata vista come un nemico dagli agricoltori, che hanno saccheggiato il suo ufficio. Cerca di frenare le tendenze estremiste-terzomondiste del suo partito, barcamenandosi tra ecologia e ideologie. Sul suo manifesto campeggia lo slogan «La rivoluzione ecologica».
Su Ségolène Royal, 53 anni, candidata socialista, sono stati versati fiumi dinchiostro. I suoi fans vedono in lei un segno di freschezza e di rinnovamento. I suoi detrattori dicono che è un pericolo perché non ha esperienza. Sul suo manifesto campeggiano due slogan: «Il cambiamento» e «La Francia presidente».
Quanto ai fiumi dinchiostro non scherza neppure François Bayrou, 56 anni, candidato dellUnion pour la Démocratie française (Udf), ossia di un movimento politico da lui portato dal centrodestra verso il centrosinistra. Bayrou si definisce «uomo del centro», avversario dei vecchi steccati ideologici. Il suo slogan è: «La France de toutes nos forces» (la Francia «di tutte», ma anche «con tutte» le forze).
Arcinoto è anche il ministro dellInterno uscente Nicolas Sarkozy, 52 anni, che si presenta con lo slogan «Insieme tutto diventa possibile». Nellultima legislatura è stato titolare dellEconomia. È la bestia nera della sinistra, che lo accusa di tendenze autoritarie. I suoi fans vedono in lui un uomo deciso, capace di rinnovare la Francia.
Il cattolico tradizionalista Philippe de Villiers, 58 anni, ha il suo feudo elettorale nella Vandea e basa la sua campagna sul fatto che lintegrazione europea sarebbe un rischio gravissimo per la Francia, che perderebbe le sue industrie, le sue risorse e anche i suoi valori. Il suo slogan è: «La fierezza dessere francesi».
Allestrema destra cè un personaggio che è tutto un programma: Jean-Marie Le Pen, 78 anni, che partecipa per la quinta volta a una corsa per lEliseo. Cinque anni fa giunse al ballottaggio.
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