Cultura e Spettacoli

La «pacifica» società dei partigiani rossi

Sul Corriere della Sera di mercoledì, il brillante Gian Antonio Stella ospita nella sua rubrica «Tuttifrutti» un’opinione di Alberto Asor Rosa a proposito della polemica sul diritto o meno degli italiani che si schierarono con la Repubblica Sociale a vedere riconosciuta la propria scelta. Titolo: «Cautela a onorare i “ragazzi di Salò”». Scrive Stella che «Alberto Asor Rosa, anni fa, spiegò benissimo le cose». Ed ecco il parere di questo «intellettuale organico» a suo tempo in forza all’apparato dell’ex Pci: «Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buona fede, più idealista, c’erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l’Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c’era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta...». A parte il fatto che le famigerate Brigate nere furono solo una parte delle forze militari della Rsi, queste erano formate oltre che da volontari anche da tanti giovani che risposero alla chiamata di leva e alle spalle non avevano torture e campi di sterminio ma solo la dura scelta fra una guerra persa in partenza e la diserzione. Scelsero (anche a malincuore) di combattere. Ma ora finalmente sappiamo, grazie ad Asor Rosa, che dietro le stragi operate dalle Brigate partigiane Garibaldi, dietro i massacri di Vercelli, di Schio, di Rovetta, dietro l’assassinio dei partigiani «bianchi» da parte di Francesco Moranino (per citare solo alcuni episodi) c’era la prospettiva di una «società pacifica e democratica». E questo ci consola. Sì, perché la società perseguita dai suddetti «garibaldini» istruiti dai commissari del Pci (ogni Brigata ne aveva uno) era la stessa che in quegli anni e negli anni successivi stava dando nell’Urss i risultati che tutti conosciamo, gulag compreso. E l’ansia democratica che spingeva i partigiani comunisti era tale che essi non deposero le armi dopo il 25 aprile 1945 ma continuarono la lotta contro tutti i «nemici del popolo»: i preti, i possidenti, gli industriali, i sindacalisti senza stella rossa. Una scia di sangue per costruire la società «pacifica». Forse Stella non ha ancora letto I tre inverni della paura di .

Dovrebbe farlo.

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