da Roma
Lappuntamento è per questa mattina alle 10,30 nel salone che fa da anticamera alla stanza del ministro dellEconomia. Per quellora Tommaso Padoa-Schioppa ha convocato i viceministri ed i sottosegretari del suo dicastero per fare «il punto» sulla ripresa, dopo unestate rovente sul fronte dei conti pubblici. Allincontro, però, potrebbe non essere presente Vincenzo Visco.
Almeno ufficialmente, fra i temi della riunione non dovrebbero essere affrontati gli argomenti che hanno tenuto banco in agosto. Vale a dire che Padoa-Schioppa non dovrebbe approfondire argomenti quali lutilizzo delle riserve auree della Banca dItalia, laumento delle imposte sulle rendite finanziarie, gli effetti sulla crescita della crisi dei mutui americani. Mentre il ministro dovrebbe invitare i collaboratori ad una maggiore attenzione nelle dichiarazioni. Un invito che dovrebbe riguardare in primo luogo Alfiero Grandi e Paolo Cento.
È probabile che nella riunione di oggi, pur senza scoprire le carte, Padoa-Schioppa confermi che il rallentamento della crescita, fotografato dallIstat prima dello scoppio della crisi dei mutui Usa, possa innescare evoluzioni negative per il deficit. E, comè noto, ogni riduzione della crescita stimata appesantisce il deficit per il 50%. Vale a dire, che se il Pil di questanno dovesse crescere dell1,8% contro il 2% previsti, il deficit aumenterebbe di uno 0,1%. Decimali che possono essere compensati - almeno sulla carta - dalle maggiori entrate.
Il problema sarà per il prossimo anno. Nel Dpef è scritto che nel 2008 il Pil dovrebbe crescere dell1,9%. Esistono scenari, però, che indicano per i prossimi 12 mesi una crescita dell1,5%. In tal caso, il deficit peggiorerebbe dello 0,2%; e forse, non basterebbero le maggiori entrate a compensare laumento. Con la conseguenza che verrebbe meno limpegno del ministro a non fare manovra correttiva con la Finanziaria.
Padoa-Schioppa, poi, è in attesa dei suggerimenti che gli dovrebbero arrivare da tutti i colleghi di governo sui risparmi di spesa. Lorientamento è quello di far crescere la spesa meno dellaumento del Pil nominale; così da ottenerne una graduale riduzione in termini reali. Al momento nessuno ministro ha fatto arrivare le proprie proposte su come contenere la spesa. Al contrario. Arturo Parisi di tagliare le spese delle Forze armate non ci pensa proprio. Mentre Antonio Di Pietro chiede una riduzione della pressione fiscale. E sul tavolo Rutelli e lUdeur chiedono una riduzione dellIci, non accompagnata da un aumento degli estimi. Ma Savino Pezzotta reclama una restituzione del tesoretto alle famiglie.
Daltra parte, Visco è contrario - lo ha detto in unintervista - a recuperare risorse per poi farle spendere da altri. Ma oggi, il viceministro con delega alla politica fiscale, non ci sarà. Ed i dati attesi nel 2008 sul fronte delle entrate restano nel cassetto.
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