Roma - Il ritorno a una crescita economica prolungata «è indispensabile all’Italia per mantenere o raggiungere livelli di benessere, qualità della vita, sicurezza sociale, tutela dell’ambiente, eccellenza tecnica e scientifica, influenza internazionale corrispondenti alla sua ambizione di paese industriale avanzato». Lo scrive il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, nella presentazione del Libro Verde sulla spesa pubblica. E aggiunge: «Vi sono alcuni segni promettenti che fanno sperare, ma molto resta da fare».
D’altra parte, osserva il titolare di Via XX settembre, «poiché la nostra popolazione è stabile o in calo, la ripresa congiunturale in atto può trasformarsi in crescita solo se la produttività, che è in stallo da anni, riprende a sua volta ad aumentare con continuità». Un processo questo che «deve avvenire nell’intera economia, non soltanto nei settori esposti alla concorrenza estera; in particolare, la produttività deve aumentare strutturalmente nel settore pubblico, che è circa la metà del totale e che fornisce ai settori produttivi servizi essenziali quali sicurezza, istruzione, legalità, infrastrutture, trasporto, innovazione».
Padoa-Schioppa ricorda, poi, che «nella nostra spesa pubblica ciò che lascia a desiderare non è tanto il suo elevato livello (circa il 50% del pil, leggermente superiore alla media europea), quanto la qualità insufficiente rispetto ai bisogni del Paese».
"Rischio di inqualificata protesta fiscale" La presa di coscienza della società sulla scarsa qualità della spesa pubblica può portare al rischio di una «inqualificata protesta fiscale». «Vediamo segni incoraggianti - dice il ministro - di una presa di coscienza di questa condizione complessiva. Ma vediamo anche il rischio che essa si incanali verso una inqualificata protesta fiscale anziché verso i suoi due più giusti e urgenti obiettivi: maggiore equità nella distribuzione del carico tributario (ottenibile solo con il riassorbimento dell’evasione fiscale) e maggiore efficienza delle pubbliche amministrazioni (ottenibile solo con rinnovato rigore amministrativo e con premi al merito)». «Non ci dobbiamo stupire - aggiunge Padoa-Schioppa - se, quando i servizi pubblici non sono soddisfacenti, quei cittadini e quelle imprese che pagano tutte le imposte dovute sentono la pressione fiscale come un peso inaccettabile, troppo gravoso e iniquo. Ciò accade soprattutto quando l’evasione fiscale è, come è in Italia, eccezionalmente elevata (la si stima nell’ordine di 100 miliardi l’anno, circa 7% del Pil). Ecco perché - conclude - la qualità insoddisfacente della spesa non solo frena la crescita, ma mina anche il rapporto di fiducia tra il cittadino e il potere, tra sfera privata e sfera politica del corpo sociale».
"Spesa pubblica peggiore dell'Ue a 15" L’Italia, assieme alla Grecia, ha la "qualità peggiore" di spesa pubblica nella media
dell’Europa a 15: emerge infatti "un alto grado di rigidità", la sua "inefficienza complessiva"
e il suo "livello elevato rispetto ai servizi offerti".
Il «Libro verde» analizza nel dettaglio lo ’stato dell’artè di alcuni capitoli di bilancio.
Giustizia Nel confronto internazionale, l’Italia risulta disporre di un numero di magistrati e
di un impiego di risorse finanziarie non inferiore, e talvolta superiore, a paesi che pure
mostrano una performance giudiziaria migliore. La spesa per la giustizia è risultata una delle
voci in maggior crescita del bilancio dello Stato. Negli anni Novanta, è infatti aumentata del
140%, mentre i magistrati in servizio sono aumentati di circa il 15%.
Sanità Per il "Libro verde" bisogna accrescere l’efficienza e la qualità della spesa. Ed è inoltre necessario che "ogni regione consegua un accettabile rapporto costo-efficacia dell’efficienza sanitaria".
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