Francesca Angeli
da Roma
Padova fa un passo verso il riconoscimento dei diritti delle coppie conviventi, etero ed omosessuali. Non si può parlare già di un provvedimento che equipari la convivenza alla famiglia, quella riconosciuta dalla nostra Costituzione, ma sicuramente di una mossa concreta di avvicinamento ai Pacs, i patti civili di solidarietà, già ratificati da molti paesi europei. Soddisfatta la maggioranza di centrosinistra compresa la componente moderata e cattolica mentre resta fortemente critico il centrodestra che considera liniziativa un attacco alla famiglia.
Il consiglio comunale di Padova, recuperando una vecchia legge anagrafica del 1954, ha approvato una mozione presentata dal diessino Alessandro Zan, presidente di Arcigay Veneto, disponendo il rilascio dellattestazione di «famiglia anagrafica basata su vincoli affettivi» alle coppie che ne facciano richiesta. Nella mozione si sottolinea pure la necessità di «garantire alle persone diritti civili e sociali, come sancito dallarticolo 2 e 3 della Costituzione, senza discriminare coloro che affidano i propri progetti di vita a forme diverse di convivenza, siano esse persone di sesso diverso o dello stesso sesso». Insomma le coppie gay potranno registrarsi allanagrafe comunale come tali. Anche se nel provvedimento si specifica pure che «il riconoscimento di tali diritti non intende modificare o alterare il riconoscimento e limportanza della famiglia fondata sul matrimonio» non si può parlare di una iniziativa dal valore puramente simbolico come spiega lo stesso Zen. «In questo modo si consente alle coppie che vivono una relazione affettiva di potere dimostrare con un atto ufficiale dellanagrafe la propria relazione e la data certa dellinizio della convivenza - spiega Zen - in modo da poter godere di tutti quei diritti e benefici che molte leggi e regolamenti attribuiscono alle coppie di fatto ma delle quali non potevano godere in assenza di una certificazione ufficiale».
Scontata lapprovazione della sinistra. Barbara Pollastrini, ministro per le Pari opportunità, parla di «un atto di civiltà» visto che occorre «dare al nostro Paese una normativa equilibrata che tuteli ed investa sulla responsabilità delle coppie di fatto», ricordando fra laltro che il Parlamento ha già calendarizzato la discussione su questi temi in commissione Giustizia alla Camera. Esulta pure il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ricordando che «pacta sunt servanda», nel senso che nel programma dellUnione si parlava, in realtà molto genericamente, del riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto. Il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, si spinge oltre invitando le amministrazioni locali a «moltiplicare questo genere di iniziative» e il ministro dellAmbiente, Alfonso Pecoraro Scanio, auspica al più presto lapprovazione di una legge sui Pacs. Vladimir Luxuria, il deputato transgender di Rifondazione, assicura che «gli italiani non hanno paura dei Pacs ma di non arrivare a fine mese».
Arriva pure, forse un po più inaspettato, il plauso del ministro per la Famiglia, la cattolica Rosy Bindi, che comunque si era già guadagnata una bacchettata dallAvvenire nei mesi scorsi per le sue aperture verso i Pacs.
Per la Bindi la mozione approvata a Padova «non equipara la famiglia alle convivenze, non prevede listituzione di un registro delle coppie di fatto, non è un via libera ai Pacs né ai matrimoni omosessuali. Più semplicemente conferma la definizione di famiglia anagrafica, prevista nel nostro ordinamento». Il ministro dunque cerca di minimizzare la portata del provvedimento, precisando che ora «il Parlamento dovrà lavorare ad una legge che eviti fughe in avanti e ambiguità interpretative: una legge meditata, rispettosa della Costituzione e del pluralismo».
Ma il suo alleato il diessino Franco Grillini, ex presidente dellArcigay, non ci pensa proprio a minimizzare la decisione di Padova. «La delibera che istituisce la certificazione di unione affettiva - dice Grillini - rappresenta una pagina importante per la battaglia per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto».
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