Non ha ancora 19 anni, li compirà il 27 ottobre, sulla maglia ha il numero 92, il suo anno di nascita, con il suo estro e la meravigliosa doppietta a Varese ha portato il Padova alla finale play-off. Un passo ancora e sarebbe la serie A. Le grandi squadre se ne accorgono di colpo e Stephan El Shaarawy irrompe sul mercato. Il cognome esotico, e il soprannome «Faraone», fanno pensare subito all'Egitto, invece è italiano sin dalla nascita a Savona. Dove suo padre lavora da oltre vent'anni. E' stato prigioniero di questo equivoco, che gli ha precluso qualche nazionale giovanile fino alla recente convocazione con la nazionale under 19 impegnata in Polonia. Piace al Milan, forse perché assomiglia a Marek Hamsik non solo nelle caratteristiche di gioco, ma ne ha copiato persino l'acconciatura, capelli a cresta; piace ovviamente al Genoa che ne possiede il cartellino; ci fa un pensierino anche l'Inter proiettata nel futuro. E ci pensa molto anche il Padova che avutolo in prestito gli ha dato l'occasione della vetrina e gli chiede il miracolo, la serie A.
Lo stesso Adriano Galliani chiama il presidente genoano Preziosi: un po' per scherzo e un po' per sondare realmente la situazione gli chiede il gioiellino. «Quindici milioni» la secca risposta. «Ma come, mi avevi detto dieci
?». Il siparietto registrato da Sky lascia capire che - pur scherzando - i due siano sullargomento. «Un giocatore così al Genoa ne nasce uno ogni vent'anni, vogliamo godercelo un pochino
». Le voci di mercato accostano Hamsik al Milan, ma se fosse invece il clone del napoletano, con la maglia patavina, il vero obiettivo ?
E' il primo anno che Stephan si merita titoli, interviste, primi piani televisivi. Del suo talento se ne accorse l'allenatore Gasperini che lo fece esordire in serie A il 21 dicembre 2008 a Verona contro il Chievo. Aveva 16 anni, un mese e 24 giorni, un debutto quasi da Guinness. Il Genoa vinse con il gol di Olivera ma l'azione partì dal giovanissimo debuttante che pochi minuti prima era ancora in panchina assieme al altri cinque compagni della Primavera, convocati per sopperire alla defezione di infortunati e squalificati. Poi di nuovo la gavetta, nella Primavera rossoblu, il gol decisivo nella finale di categoria contro l'Empoli. Altre due mini-presenze nello scorso campionato, poi il prestito al Padova perché trovasse il giusto spazio per maturare e rifinire il talento che l'ha portato sulla scena non sotto le Piramidi ma all'ombra della Lanterna e poi nella città del Santo.
L'avvento di Alessandro Dal Canto sulla panchina patavina è stato determinante per l'affermazione. «Da trequartista, con le spalle rivolte alla porta - spiega Stephan - avevo difficoltà nell'impostare l'azione d'attacco, da esterno sinistro mi trovo nella posizione preferita e più congeniale per sfruttare la velocità, e ho la piena visione dell'azione». Due mesi fa diceva «pensiamo a salvarci, poi vediamo».
Ora ha due obiettivi precisi, immediati: continuare la bella avventura oggi, contro il Novara, e poi l'esame di maturità liceale.
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