Padre Bossi, la Farnesina ha una foto "Stiamo verificando l'autenticità"

La responsabile dell'Unità di Crisi conferma: "Stiamo verificando l'attendibilità e la data di scatto delle istantanee del missionario italiano che ci sono state invitate dalle Filippine". La Boniver a Manila

Padre Bossi, la Farnesina ha una foto 
"Stiamo verificando l'autenticità"

Roma -  Spuntano delle foto e una registrazione audio - tutte da verificare - che, se risultassero autentiche, dimostrerebbero che padre Giancarlo Bossi, sia pure leggermente dimagrito e con la barba più lunga, è vivo. Circolate, in questi giorni, tra i mezzi di informazione filippini, le fotografie - recapitate anche al superiore del Pine nelle Filippine, padre Sandalo - sono ora al vaglio dell’Unità di crisi della Farnesina che sta effettuando le doverose verifiche di autenticità.

È essenziale stabilire con certezza la data in cui sono state scattate per poter dire che il missionario di Abbiategrasso, rapito il 10 giugno scorso nelle Filippine, è vivo e sta bene. Un appello alla cautela è stato rivolto agli organi di stampa dal responsabile dell’Unità, Elisabetta Belloni, che ha esortato i giornalisti alla «discrezione, al fine di consentire accurata verifica e controllo delle notizie che vengono divulgate nelle Filippine in questi giorni e che sono tutte al vaglio delle autorità competenti». Un appello a cautela e discrezione è stato lanciato anche dal viceministro degli Esteri, Franco Danieli. «Ancora non ci sono rivendicazioni credibili e verificabili che possano dire che si è aperto un canale ufficiale di trattative» con i rapitori di padre Giancarlo Bossi.

Ma a Manila - tra le autorità istituzionali e i vertici dell’esercito filippini - aleggia un «cauto ottimismo» che si fonda anche su esperienze analoghe vissute con i precedenti sequestri di padre Luciano Benedetti (nel 1998) e padre Giuseppe Pierantoni (nel 2001) per cui si attesero mesi prima di stabilire un contatto con i rapitori. Raggiunta telefonicamente dall’Ansa a Zamboanga city, l’ex sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver tira così le fila di un’intensa giornata di colloqui iniziata questa mattina nella capitale Manila e proseguita sull’isola di Mindanao dove, nel villaggio di Payao, sede della sua parrocchia, il missionario del Pime è stato sequestrato. «I massimi vertici dello Stato delle Filippine hanno messo in atto tutto quanto in loro potere per arrivare alla liberazione del missionario italiano e le truppe scelte mandate sull’isola di Mindanao resteranno nello stato di massima allerta fino alla soluzione del caso», è stato assicurato oggi dal presidente Gloria Arroyo alla  Boniver, inviata dal Governo italianoper facilitare il ritorno a casa del sacerdote.

Sono stati il ministro della Difesa Norberto Gonzales ed il comandante delle Forze armate filippine, Hermogenes Esperon, ad illustrare a Boniver - in una colazione avuta all’ambasciata d’Italia guidata da Rubens Anna Fedele - il dispiegamento, in dettaglio e con tanto di cartina geografica, degli oltre 1000 soldati e 200 poliziotti che pattugliano senza sosta l’isola di Mindanao alla ricerca di tracce di padre Bossi. «I vertici militari filippini sono ragionevolmente sicuri - ha dichiarato Boniver riferendo degli incontri avuti a Manila - che il nostro missionario si trovi in una certa area, non molto distante» da dove è stato prelevato con la forza da uomini armati mentre si apprestava a recitare la messa.

Allo stesso tempo «sono ragionevolmente sicuri che i rapitori siano dei fuoriusciti del Milf» e non appartenenti ad un gruppo terroristico, di matrice alqaidista, come quello di Abu Sayyaf. A ricevere l’ex sottosegretario Boniver al palazzo presidenziale a Manila c’era oggi una fetta importante dell’apparato istituzionale filippino: oltre al presidente Gloria Arroyo, il Capo della polizia nazionale, il premier ed il ministro degli ESteri. Al capo dello Stato Boniver ha consegnato una lettera del vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D’Alema in cui, ha riferito il sottosegretario, «si ringrazia» per l’impegno profuso per la liberazione di padre Bossi e «si auspica il ripristino del comitato ad hoc di collegamento tra Governo di Manila e il Fronte Moro». Terminati i colloqui nella capitale, Boniver - su un aereo messo a disposizione del ministero della Difesa - è volata insieme all’ambasciatore Rubens Anna Fedele a Zamboanga city. Qui, ad attenderla, c’erano i responsabili della polizia e dell’esercito locali, il sindaco e padre Gianni Sandalo, superiore del Pime nelle Filippine.

Stasera a cena - ospite nella casa di padre Sandalo - la Boniver ha sentito anche la testimonianza di un altro religioso, Luciano Benedetti, protagonista di un rapimento nel 1998. Per la sua liberazione fu pagato un riscatto, così come sei anni dopo per padre Pierantoni. I rapitori di quest’ultimo si fecero vivi tre mesi dopo il sequestro.

Prima di far rientro a Manila, domani, sempre a Zamboanga City, Boniver incontrerà il sindaco ed una deputata locale musulmana attiva nei gruppi che favoriscono il dialogo interreligioso. L’ex sottosegretario agli Esteri farà rientro in Italia domenica.

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