Il Palazzetto dove ci si allena solo a sprecare soldi

Ai cittadini avevano raccontato che l’inaugurazione ci sarebbe stata con il veglione del 1° gennaio 2000. Quale migliore occasione per brindare al nuovo millennio se non quella di festeggiare anche l’apertura del nuovissimo e ultramoderno Palazzetto dello Sport di Riccò del Golfo, nello Spezzino? Invece il sogno è rimasto tale, anzi, è finito in discarica. Perché da sedici anni a questa parte (l’inizio lavori è del 1996) la struttura è sempre rimasta un cantiere. E all’esterno si è lentamente trasformata in una discarica a cielo aperto. Con il passare del tempo si è provato anche a terminare l’opera, ogni tanto spuntava un cartello con l’annuncio di fine lavori, ma anche l’ultima data, quella del 30 gennaio 2010, è stata abbondantemente superata invano. E il cartello è sparito.
Il risultato è quello che a Riccò del Golfo sono arrivati già molti soldi pubblici, un milione e duecentomila euro di finanziamenti, che sono stati inghiottiti da un palazzetto che non apre mai. L’eterna incompiuta che diventa un pozzo mangiasoldi con prospettive da ecomostro, posizionata com’è in una zona strategica per i progetti di rilancio turistico. Oggi un duro attacco alle amministrazioni che hanno accuratamente reso possibile questa situazione, arriva da Loris Figoli, capogruppo di opposizione e sfidante per il centrodestra dell’attuale sindaco Carlo Mazza. «Questo palazzetto in via di costruzione e la discarica che lo circonda potrebbero rivelarsi molto pericolosi specie in vista della stagione estiva - spiega - La strada lungo la quale è costruita la struttura è percorsa dai sentieri che conducono al Parco delle Cinque Terre. Vie di accesso molto frequentate da turisti e amanti delle escursioni».
Il palazzetto infinito vede ogni tanto la presenza di qualche operaio impegnato a fare alcuni ritocchi, inevitabilmente poi vanificati dalla successiva incuria. Le porte di accesso sono state in passato forzate, e le attrezzature già presenti sotto la copertura sono state forse usate abusivamente per allenamenti notturni, tanto che le serrature alle porte sono state sostituite da robuste catene. Ora probabilmente sono di nuovo finiti i soldi. Quei 500mila euro ricavati dagli «avanzi» dei Mondiali di Italia ’90, e gli altri 700mila arrivati dal credito sportivo, con interessi bassi ma pur sempre da pagare, gridano vendetta.

Loris Figoli proprio ieri ha spedito raccomandate ad Asl e Provincia per denunciare la situazione ambientale a rischio, oltreché al Coni, al Credito Sportivo e alla Regione per segnalare lo spreco di risorse. «L’obiettivo è quello di far completare i lavori», precisa.

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