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Il Palermo contro i «martelli» inglesi

Gian Piero Scevola

Non solo Champions, da oggi i club italiani scoprono anche l’Uefa. Evitate le forche caudine dei due turni estivi, Livorno, Palermo e Parma si tuffano nella seconda coppa europea e vi trovano, come buona compagnia, anche il Chievo, beffato dal Levski Sofia nei preliminari di Champions. Proprio i veronesi devono temere l’effetto Portogallo perché, dopo il successo dello Sporting Lisbona sull’Inter, affrontano in trasferta un altro Sporting, il Braga, considerato la quarta potenza lusitana, che punta a inserirsi nella lotta per il titolo. Il tecnico Carlos Carvalhal può contare sulla stella Joao Pinto, trentacinquenne monumento del calcio portoghese, e su due punte pericolose come Marcel e Maciel. Qualche problema di formazione invece per Pillon, che intende riscattare la brutta prova dei veronesi con il Siena. Un altro impegnato a scalare l’Everest è il Palermo di Guidolin che, senza Amauri, all’Upton Park di Londra se la vedrà col West Ham, emergente realtà del calcio inglese, che farà esordire i pezzi da novanta Carlos Tevez e Javier Mascherano. Attenti a loro, ma anche a Zamora e alla durezza della difesa imperniata su Anton Ferdinand, fratellino del nazionale Rio. Non per niente il soprannome del West Ham è hammers (martelli) e di questo Guidolin dovrà preoccuparsi. Fiducioso invece Andrea Caracciolo che, nel clima di battaglia si esalta: «Non vedo l’ora di giocare, sento che sarà la mia serata».
Ostacoli morbidi per Parma e Livorno, con gli emiliani che devono solo temere la lunghezza del viaggio per raggiungere Kazan, dove se la vedranno con il Rubin, orgoglio della repubblica autonoma del Tatarstan.

Per i toscani invece la prima volta in Europa si giocherà al Picchi, ospite lo sconosciuto Pasching, considerato il Chievo d’Austria, un piccolo sobborgo poco distante da Linz.

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