(...) ne sono passati. O meglio, ne sono passati tanti, ma la «grande sorella» non li ha visti, accecata comera da una nuvola di palloncini. E il fatto è che loscuramento della telecamera sparamulte è stato autorizzato dal Comune di Genova. Renzo Di Prima si era visto sorridere in faccia qualche giorno fa quando era andato a chiedere di poter allestire un banchetto elettorale in via Tolemaide. Lì? Ma non va mai nessuno a volantinare lì? Lobiezione, o forse più la curiosità degli addetti, sembrava logica. Ma il candidato capolista della Lega al Municipio Medio Levante, mica glielo aveva detto che il suolo pubblico di cui chiedeva loccupazione temporanea era proprio davanti alla telecamera. Forte del suo permesso, Di Prima si è così presentato di buona mattina, nel momento di massimo traffico e di massime multe, in via Tolemaide, accompagnato e sostenuto da Edoardo Rixi, consigliere comunale e segretario provinciale del Carroccio.
«I palloncini mi servivano per attirare lattenzione - ghigna sornione Di Prima -. Sono finiti davanti alla telecamera? No? Davvero? Mi dispiace, devessere stato il vento». E intanto lui era lì sotto, a fermare i motociclisti che passavano sulle corsie gialle. Non con una paletta da vigile, ma con un volantino mai così gradito. Spiegava al centauro un po sorpreso che, almeno per una volta, laveva fatta franca. La telecamera lavrebbe senzaltro fatto finire nellelenco dei duemila multati al giorno se non ci fossero stati i palloncini leghisti.
Di Prima, nel suo volantino, riporta i passi dei programmi dellAmt e del Comune in tema di corsie gialle. Dà merito ai motociclisti che, senza intralciare il passaggio dei bus, snelliscono il traffico passando sulle corsie riservate. Ma non ne fa solo un fatto di provocazione. «Ho chiesto e ottenuto che nel programma della Casa delle Libertà per il municipio Medio Levante sia inserito il superamento delle telecamere che danno le multe - spiega la sua idea -.
Ieri ha accecato la telecamera solo nellora di punta. Sarà difficile ripetersi con il trucchetto del banchetto elettorale. Ma lui spera dopo maggio, dopo il voto, di non porsi più il problema.
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