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Pallone col microchip: italiano denuncia Blatter

Il titolare del brevetto porta in Tribunale la Fifa. Si profila lo scontro Adidas-Nike

Pallone col microchip: italiano denuncia Blatter

In principio era una spy story, la ricerca della primogenitura su chi avesse il diritto di utilizzare il microchip nel pallone, il futuristico sistema per evitare i gol fantasma. Oggi è diventato un giallo con tanto di denunce e carta bollata nei tribunali italiani e tedeschi. In palio c’è una torta miliardaria visto che Joseph Blatter, l’onnipotente presidente della Fifa, ha annunciato che il primo pallone col microchip verrà sperimentato in settembre nei mondiali under 17 in Perù, per essere poi utilizzato nei mondiali 2006 in Germania. Questo ingresso della tecnologia nel calcio, con il microchip inserito nel pallone, i sensori sui pali delle porte e un apposito segnale che suona quando la sfera oltrepassa interamente la fatidica linea bianca, porterà la firma Adidas.
Ma c’è un inghippo. La sorpresa si chiama Gabriele Cruciani, l’ex arbitro di San Benedetto del Tronto che ha inventato il pallone elettronico, depositandone il brevetto fin dal 1996. E che, dopo aver subito informato la Fifa, si vede ora scavalcato nell’attuazione della scoperta. «E no, caro signor Blatter, non ci sto. E lo porto in tribunale», ha tuonato Cruciani che difende a spada tratta la sua invenzione e nei giorni scorsi, per il rinnovo del brevetto, ha dovuto versare 40.000 euro. «L’Adidas non può utilizzare il pallone col microchip incorporato perché il brevetto è mio e mi sono già rivolto alla magistratura tedesca per essere tutelato». Già, denunciata l’Adidas e denunciato Blatter, il fantasioso inventore di San Benedetto non si è fermato ad aspettare.
Il business del pallone elettronico sembra abbia provocato gli appetiti di altre multinazionali sportive. Prime fra tutte la Nike. E proprio dalla Nike è arrivato a Cruciani un segnale forte, un contatto per poter affrontare insieme la battaglia. A questo punto si profila un faccia a faccia tra Adidas e Nike, con conseguenze inimmaginabili, anche se i tedeschi, da 35 anni sponsor fissi dei mondiali di calcio, hanno da poco prolungato fino al 2014 con la Fifa un accordo del valore di 351 milioni di dollari, 215 dei quali saranno versati in contanti nell’arco dei prossimi otto anni, mentre il resto sarà corrisposto sotto forma di prodotti con il marchio delle tre strisce.
«Questa battaglia la voglio vincere», afferma Cruciani, «perché sono completamente dalla parte della ragione e sfido qualsiasi tribunale a darmi torto. Il brevetto è sacro, è depositato da quasi dieci anni, da quando ancora nessuno parlava di far entrare la tecnologia nel football. Basterebbe che l’Adidas e Blatter riconoscessero che il progetto è mio e tutto si sistemerebbe. Ma non l’hanno fatto. E allora guerra sia».

Con la Nike a fianco? «Perché no? Sarebbe un alleato per spaventare chiunque».

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