Pane gratis contro la «morte dell’arte bianca»

Omar Sherif H. Rida

Pane gratis per sensibilizzare l’opinione pubblica circa le problematiche di un’altra delle categorie, quella dei panificatori appunto, colpite dal decreto Bersani sulle liberalizzazioni. Dopo tassisti, avvocati e farmacisti quindi, mercoledì prossimo saranno i panificatori a scendere in piazza per manifestare - anche con iniziative simboliche quale la distribuzione del pane - contro l’applicazione di una serie di misure che secondo Claudio Conti, il presidente dell’Unione panificatori della Confcommercio di Roma, condurrebbero «alla morte dell’arte bianca». Misure come quella che permetterebbe ai fornai di vendere pane e pizza anche durante la notte, o ai clienti di consumare direttamente nel negozio, superando di fatto la legge sulla panificazione già avallata dalla Corte costituzionale.
Scopo della mobilitazione generale, annunciata ieri sera al termine dell’assemblea dei panificatori romani aderenti a Confcommercio (che conta circa 1.050 associati), sarà quello di richiedere un incontro urgente al Governo per discutere degli aspetti del decreto giudicati più deleteri. Una scelta arrivata dopo una giornata di polemiche: già ieri mattina il commissario della Federazione romana di An, Gianni Alemanno, il consigliere comunale Fabio Sabbatani Schiuma e il responsabile del Dipartimento Pmi del partito, Antonio Mazzocchi, reduci da un incontro presso la Confcommercio con il presidente Cesare Pambianchi e Claudio Conti, avevano espresso «solidarietà e viva preoccupazione per gli effetti del decreto Bersani sulla categoria», auspicando urgenti modifiche «per evitare una dequalificazione del settore: è infatti indubbio che ci saranno meno controlli sulla qualità, sull’igiene e sull’abusivismo». Provvedimenti che per l’ennesima volta colpiscono il consumatore, secondo An, andando a favore di «grandi gruppi di produzione e distribuzione».
Un provvedimento, come evidenzia il presidente Conti, che all’Unione panificatori non va giù per il metodo, l’urgenza e la sostanza: «Più che di un decreto si è trattato di un blitz. Non possiamo accettare che non ci sia stata alcuna concertazione preventiva. In questo modo si sfavorisce il consumatore e il settore rischia di cadere in mano a operatori improvvisati che di sicuro non possono mantenere gli attuali standard qualitativi». Su posizioni diverse si attesta invece l’associazione Panificatori di Roma e provincia, aderente alla Federlazio, soddisfatta per le modifiche già apportate al decreto in sede parlamentare e per il «positivo percorso di dialogo e confronto avviato dalla Federazione Italiana Panificatori con il ministero dello Sviluppo Economico e con il Parlamento».
Un’apertura, quest’ultima, da cui emerge una diversità di vedute tra le due associazioni.

Secondo il presidente dei Panificatori di Roma e provincia, Bernardino Bartocci, «quella percorsa è la strada giusta e responsabile per dare alla categoria strumenti moderni ed efficaci. Gli atti parlamentari testimoniano chiaramente della sensibilità delle Istituzioni nei confronti di temi cruciali quali la valorizzazione professionale dei panificatori nonché quella del pane fresco artigianale.

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