Giampaolo Pansa, quale sarà il destino del governo nel 2008?
«Se sopravvivrà sarà una battaglia quotidiana, un anno pieno di spine. Ma Prodi è un testardo reggiano, noi li chiamiamo le teste quadre. Quindi non va sottovalutato».
Se Prodi cade, voto o governo di larghe intese?
«Quello che ha in testa Napolitano lo sa solo lui. Lui vuole una nuova legge elettorale, il fatto che lo voglia non significa che possa averla. Il giorno che Prodi cade sarebbe meglio il voto, anche con la legge attuale».
Si andrà al referendum o i partiti riusciranno a fare la riforma elettorale?
«Non so. Io vorrei che si facesse ciò che aveva in testa Veltroni: una legge che premi il partito maggiore o i due più grandi ed eviti questo spappolamento, questo tritume del partitismo. Non sono di quelli che gridano allinciucio quando Veltroni discute con Berlusconi. Tutti e due hanno il fuoco in casa, coalizioni alla canna del gas».
Il centrodestra riuscirà a ritrovare la pace?
«Berlusconi è un politico intelligente e astuto. Ha molti voti e molti soldi ma si è comportato come certi vecchi ras democristiani. Si è messo in testa di fottere gli alleati. Ha aiutato a portare via un pezzo di An, ha fatto ingrugnare Casini e Bossi. Se io gioco in una squadra non devo rompere le gambe ai miei centrocampisti».
Labbraccio Berlusconi-Veltroni è soltanto fantapolitica?
«Questo Paese ha una malattia così profonda che se i due primari del centrosinistra e del centrodestra si consultano e si mettono daccordo al capezzale del malato, non mi scandalizzo. Anzi».
Pansa, qual è il suo auspicio per il 2008?
«Che venga ripristinato il principio di autorità democratica. Perché in Italia non comanda nessuno, in famiglia, nelle scuole, nella società. Quindi perlomeno in politica si recuperi il principio che con il voto si sceglie chi comanda. Se il Palazzo sta nel casino la colpa è fifty fifty.
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