da Bari
«Filippo Pappalardi potrebbe uccidere ancora»: lo sostiene la Procura di Bari nel provvedimento con il quale ha espresso parere negativo al ritorno in libertà del padre di Ciccio e Tore, i fratellini di 13 e 11 anni scomparsi a Gravina in Puglia due anni fa e trovati morti nel pozzo di unantica residenza nobiliare nel centro del paese. Proprio il ritrovamento dei cadaveri e i primi accertamenti tecnici hanno spalancato nuovi scenari nellinchiesta sulla tragica fine dei ragazzini, ma gli inquirenti non modificano la direzione delle indagini. Al contrario, nel parere trasmesso al gip, Giulia Romanazzi, scrivono che «nellambito di questo non rimosso quadro accusatorio, è doveroso ribadire e richiamare le considerazioni svolte dalle ordinanze giudiziali in tema di permanenza delle esigenze cautelari».
I magistrati hanno anche presentato al gip la richiesta di raccogliere con un incidente probatorio il racconto del baby testimone, un quattordicenne che la sera della scomparsa vide i fratellini in piazza delle Quattro fontane mentre salivano sullauto del padre. Gli inquirenti intendono quindi blindare quelle dichiarazioni considerate fondamentali per linchiesta, il pilastro di una ricostruzione basata sulla convinzione che il padre fu lultimo a vedere i bambini. Pappalardi invece ha sempre sostenuto di averli cercati dappertutto ma di non averli incontrati e il suo avvocato, Angela Aliani, ha fatto istanza per ottenere dalla Procura il filmato registrato dalle telecamere di una banca: in quelle immagini ci sarebbe il padre mentre cerca i bambini e fa la spola tra lauto e la sua abitazione.
Ieri a Gravina in Puglia è stato il giorno del silenzio: cinquemila persone hanno partecipato a un corteo organizzato dallistituto tecnico Bachelet per ricordare i fratellini. In tanti, con fiori e palloncini bianchi, hanno attraversato le strade del paese. «Ciccio e Tore, non abbiamo sentito le vostre grida, ora ascoltiamo il vostro silenzio», cera scritto su uno striscione. Nei prossimi giorni scatteranno gli esami della polizia scientifica su tutti gli oggetti trovati nel pozzo degli orrori. Nel corso di diversi sopralluoghi gli investigatori hanno recuperato tra laltro la batteria di un telefono cellulare, un particolare valutato con attenzione perché di certo non era dei fratellini.
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