Il Papa esalta la famiglia ma cerca il dialogo con il governo spagnolo

Il Pontefice, riferendosi alla legge sulle unioni fra omosessuali: «Ci sono punti su cui la Chiesa dice no» Incontro di appena 15 minuti con il premier Zapatero in un clima «amabile e cortese»

Andrea Tornielli

nostro inviato a Valencia

La tensione tra la Chiesa spagnola e il governo Zapatero è alta, ma Papa Ratzinger sceglie di parlare positivo. Non pronuncia condanne ma indica il valore e il ruolo insostituibile della famiglia. Non parla da politico o da inquisitore ma da pastore: lo stesso messaggio che con la loro presenza hanno dato le centinaia di migliaia di famiglie presenti a Valencia con i loro zainetti colorati e prole – spesso numerosa – al seguito. Benedetto XVI aveva preannunciato già sull’aereo il suo scopo: «Compio questo viaggio – ha confidato ai giornalisti – per incoraggiare la famiglia, perché è davvero la realtà che dà speranza per il futuro». Certo, ha aggiunto riferendosi alle leggi che in Spagna e in altri Paesi legalizzano le unioni gay, esistono «problemi e anche punti sui quali la Chiesa non può dire sì», perché «non può accettare determinate cose», ma «tuttavia la Chiesa vuole aiutare e rispettare le persone».
Appena toccato il suolo valenciano, dopo aver atteso l’arrivo della scaletta per poter scendere dall’aereo, il Papa ha pronunciato il suo primo discorso, davanti a re Juán Carlos e allo stesso Zapatero, quest’ultimo salutato con l’espressione di una «deferente riconoscenza». «Il mio desiderio – dice il Pontefice – è proporre il ruolo centrale, per la Chiesa e la società, che ha la famiglia fondata sul matrimonio». «Questa è un’istituzione insostituibile secondo i piani di Dio – aggiunge – il cui valore fondamentale la Chiesa non può smettere di annunciare e promuovere, affinché sia vissuto sempre con senso di responsabilità e gioia».
Migliaia di persone si sono accalcate lungo il tragitto verso la città, percorso da Benedetto XVI in «papamobile». Lo hanno salutato con slogan, sventolando bandiere e cappelli bianchi e gialli, gettando coriandoli e petali di fiori. La prima tappa in città è stata la stazione della metropolitana di Jesus, il luogo del deragliamento avvenuto lunedì scorso e costato la vita a 42 persone. Il Papa, salutato dal principe Felipe e dalla consorte donna Letizia, si è raccolto per alcuni istanti in preghiera, quindi è ripartito alla volta della cattedrale, mentre le sessanta campane della città suonavano tutte insieme a festa per l’ospite.
Nella cattedrale di Valencia, Ratzinger ha visto il «Santo Calice», il sacro graal spagnolo, che ha definito «rinomata reliquia», quindi ha firmato il messaggio consegnato ai vescovi. Nella lettera il Papa scrive di seguire «da vicino e con molto interesse» gli avvenimenti della Chiesa in Spagna: «Conosco e incoraggio l’impulso che state dando all’azione pastorale, in un tempo di rapida secolarizzazione che a volte colpisce perfino la vita interna delle comunità cristiane. Continuate dunque a proclamare, senza scoraggiarvi – aggiunge – che prescindere da Dio, agire come se egli non esistesse o relegare la fede all’ambito meramente privato, mina la verità dell’uomo e ipoteca il futuro della cultura e della società». Benedetto XVI ha infine ricordato come i vescovi abbiano «orientato la coscienza cristiana dei fedeli su diversi aspetti della realtà davanti alla quale si trovano e che in alcune occasioni perturbano la vita ecclesiale e la fede dei semplici». Un riferimento implicito alle leggi promulgate in questi ultimi due anni.
Il Papa si è quindi spostato a piedi al santuario della «Virgen de los desemparados», la Madonna dei derelitti, dove ha incontrato i familiari delle vittime dell’incidente del metrò e ha recitato con loro una preghiera per i defunti. Al termine della breve cerimonia, Ratzinger è uscito sulla piazza dove lo attendevano da ore sotto il sole migliaia di persone. Ha stretto mani e baciato i bambini che il servizio di sicurezza gli porgeva. Quindi ha concluso nel palazzo arcivescovile la mattinata con il pranzo e il riposo. Nel pomeriggio Benedetto XVI ha fatto visita alla famiglia reale, nel palazzo della Generalitat di Valencia: incontro cordialissimo, rallegrato dalla presenza dei bambini. Il Papa è quindi tornato in arcivescovado, dove ha ricevuto la visita del premier Zapatero. L’incontro è durato un quarto d’ora. Il portavoce vaticano Navarro-Valls ha precisato soltanto che si è trattato di una «visita di cortesia».

Secondo fonti del governo spagnolo dal Pontefice non è stato rivolto «alcun rimprovero» al primo ministro; l’incontro si «è svolto in un clima amabile e cortese». Alla vice premier Maria Teresa Fernandez de la Vega il Papa ha detto: «Collaboriamo. Speriamo di riuscire a trovare una soluzione giusta».

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