Isabella De Martini
Lho conosciuto due anni fa a Savona Ruggero Marino, quando, chiamata a moderare un convegno dedicato a Cristoforo Colombo, sulla splendida nave ammiraglia di Costa Crociere, fui subito colpita dalla sua incredibile «verve» da storico e «detective» insieme. Aveva illustrato le sue «scoperte» allora, che «snobbate» (forse per invidia) dalla cosiddetta «Accademia», avevano invece ottenuto lattenzione del prestigiosissimo «Times», (due intere pagine)! Ma che cosa afferma di così straordinario Marino, da essere riuscito ad affascinare anche Mauro Mazza (il non certo tenero direttore del TG2) che ha definito il suo nuovo libro: «paragonabile al Codice Da Vinci»?
Sono andata a chiederlo proprio a lui, a Roma, nella storica sede Rai di viale Mazzini, dove ha presentato: «Cristoforo Colombo, l'ultimo dei Templari» che si aggiunge al precedente volume: «Cristoforo Colombo e il Papa tradito». Marino è infatti, da circa quindici anni, indissolubilmente legato alla vita e alle imprese del grande navigatore, con un puntiglio ed una acutezza, affettuosamente lodate persino da Gianni Letta (che fu suo direttore al Tempo). Letta non si è limitato a sottolineare il «metodo» di lavoro di Marino, ed ha anche detto di avere apprezzato il libro tanto da: «averlo letto tutto di un fiato fino alla fine» (nonostante i suoi mille impegni) per poi definirlo come: «un thriller, un romanzo ed un libro di storia riuniti insieme». In effetti il lavoro di uno storico somiglia molto a quello del detective, e certamente Ruggero Marino è riuscito a sparigliare le carte di una storia lunga mezzo millennio!
Come?
Racconta Marino: «fino al 1992, la ricerca storica si era attestata su posizioni raggiunte attraverso un accordo più politico che scientifico. Frugando nelle carte ho scoperto che Isabella e Ferdinando di Spagna sono stati solo la copertura di un disegno più ampio: Cristoforo Colombo, o Cristo Ferens, come spesso si firmava, sarebbe figlio, invece che di padre ignoto, come fino ad oggi ritenuto, addirittura di Papa Innocenzo VIII, al secolo Giovanni Battista Cybo, guarda caso genovese, e per giunta di origini ebraiche! «E, con il Pontefice, ecco resuscitare una processione di sponsor, che fanno capo a Papa Cybo. In primo luogo Lorenzo il Magnifico, consuocero del Papa, parte determinante nell'intrigo «made in Italy» che consente il varo dell'operazione Colombo. Francesco Pinelli, nipote del Papa, è uno dei maggiori finanziatori della spedizione. L'altro finanziatore, Louis de Santàngel, è il ricevitore delle rendite ecclesiastiche in Aragona, e banchiere legato ai Medici; con lui francescani, ebrei e genovesi, tutti parenti del Pontefice, che ha un padre di nome Aronne ed una nonna Sarracina: nelle sue vene, dice Marino; scorrono dunque i filoni delle tre grandi religioni monoteiste! Tesi che suscitò anche l'interesse (oltre che del Times) anche del più grande studioso colombiano, Paolo Emilio Taviani.
Gianni Letta, su queste basi, ha definito Marino come: «lo storico revisionista più importante di questi anni, in quanto capace di avere smantellato una ricostruzione di comodo attraverso una ricostruzione culturale e scientifica rigorosa». E la Chiesa che ne pensa, di questo Papa, Innocenzo VIII, che sarebbe stato anche Papà (secondo Marino)? A Roma, alla presentazione del libro la Chiesa ha parlato attraverso le pacate parole di padre Scarafoni, dei Legionari di Cristo, che ha evidenziato come: «la componente esoterica del libro di Ruggero Marino non sia da considerare eretica, ma frutto di una apertura mentale nell'ambito della pienezza della Fede».
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