Città del Vaticano - L’obiezione di coscienza dei farmacisti è un "diritto riconosciuto" quando si tratti di fornire medicine "che abbiano scopi chiaramente immorali, come per esempio l’aborto e l’eutanasia". Lo ricorda Benedetto XVI, chiedendo che i farmacisti, importanti "intermediari tra i medici e i pazienti facciano conoscere le implicazioni etiche dell’uso di alcuni farmaci". "In questo campo - afferma il Papa - non è possibile anestetizzare le coscienze, per esempio circa gli effetti di molecole che hanno lo scopo di evitare l’annidamento di un embrione o di cancellare la vita di una persona". Papa Ratzinger lo ha detto nell’udienza concessa ai partecipanti al congresso internazionale dei farmacisti cattolici, rimarcando che "il farmacista deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, perché ogni essere sia protetto dalla concepimento fino alla morte naturale e perché i farmaci svolgano davvero il proprio ruolo terapeutico".
Federfarma: "Serve modifica della legge" "Non possiamo fare gli obiettori di coscienza senza una modifica della legge". È il commento di Franco Caprino, segretario nazionale di Federfarma, l’associazione che riunisce le 16.000 farmacie italiane, all’appello del Papa.
"I farmacisti - spiega Caprino - sono costretti, dietro prescrizione medica, a consegnare il farmaco o a procurarlo, se non disponibile, nel più breve tempo possibile. Se non si modifica l’articolo 38 del testo unico delle leggi sanitarie non si può fare altrimenti". Caprino conclude dunque che l’appello deve essere fatto in altra sede.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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